Latisana, un’altra notte di caos al pronto soccorso

Il Comitato Nascere a Latisana denuncia nuovi disagi, soprattutto nella cura di infortuni a bambini
Latisana 16 novembre 2011 ospedale Tefoto Copyright PFP/TURCO
Latisana 16 novembre 2011 ospedale Tefoto Copyright PFP/TURCO

LATISANA. Un’altra notte di emergenze e di disagi al pronto soccorso dell’ospedale di Latisana.

Questa volta, a testimoniare cosa accade in ospedale, da quando non c’è la guardia pediatrica, c’erano le volontarie del comitato Nascere a Latisana, che riferiscono di un gran via vai di utenti e di lunghe attese per i bambini presenti.

E soprattutto sabato sera – racconta il comitato – non si è presentato in servizio il medico dell’emergenza territoriale che da protocollo dell’azienda dovrebbe essere sull’ambulanza che porta i pazienti pediatrici a Palmanova. «Disservizi e mancanza che intendiamo segnalare ufficialmente con una Pec all’azienda sanitaria e a tutti i sindaci del territorio di competenza dell’ospedale di Latisana», ha detto ieri la presidente, Renata Zago.

Due i bambini trasportati in ambulanza all’ospedale di Jalmicco: un bambino con una frattura che necessitando di sedazione, è stato tenuto sotto osservazione nella pediatria di Palmanova.

E una piccola di pochi giorni, con febbre, che, a quanto riferisce il comitato, è stata trasferita con un’ambulanza non adatta all’età della paziente.

«Al nostro arrivo in pronto soccorso alle 22.30 abbiamo visto il 118 e un’altra ambulanza uscire di gran carriera. Chi era in attesa ci ha riferito che già un’altra ambulanza era partita per Palmanova – racconta Zago – fra il corridoio e la sala d’attesa del pronto soccorso abbiamo contato 15 adulti e 4 bambini. Una signora ci ha riferito di essere lì dalle 16.30, più di sei ore, perché, giustamente, ai bambini e alle urgenze più gravi viene data la precedenza.

Ci hanno anche riferito che c’era stato un gran viavai di bambini. E allora ci chiediamo: è civiltà questa? È modo di trattare le persone e in particolare modo i bambini? E il direttore dell’ospedale ha avuto il coraggio di dire che per lui è tutto sotto controllo e che l’ospedale sta facendo quanto previsto dal protocollo? Vorremmo vedere se si fosse trattato dei suoi figli».

E per chi non viene trasferito a Palmanova restano i disagi di un pronto soccorso che non riesce a dare un servizio efficiente ai pazienti pediatrici: «Quando siamo arrivare in ospedale, da circa tre ore c’era una famiglia con una bimba di quattro anni e un bimbo di otto, che si era fatto male a un polso giocando.

Alle 23.15 è entrato nell’ambulatorio e ne è uscito poco dopo, con il braccino fasciato e con la prescrizione di ritornare la mattina dopo.

E quando sono tornati in pronto soccorso, con il bimbo sempre con dolori e il braccio fasciato, si sono sentiti dire di ritornare lunedì. È mai possibile che un bambino venga lasciato così? Un gesso pediatrico oggi non si può fare? È il bimbo che deve adeguarsi all’orario del pediatra, o il pediatra che deve curare il male del bimbo?».

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