L’Ateneo di Vienna chiede aiuto al Friuli per riportare gli allocchi in Austria

Nella Riserva di Cornino è arrivata una coppia di “Urali”. Lo scopo, grazie a nuove nascite, è reintrodurre la specie

FORGARIA. Il Friuli protagonista della reintroduzione dell’allocco degli Urali in Austria. Nella Riserva di Cornino, infatti, è arrivata, non in volo ma in macchina, una coppia di questo splendido rapace affinché i piccoli che nasceranno possano essere reintrodotti nei boschi viennesi, dove sono scomparsi a causa delle persecuzioni perpetrate fino al secolo scorso.

«Per decenni – spiega Fulvio Genero, direttore scientifico della riserva – l’uomo ha perseguitato i rapaci, ritenuti nocivi. Per fortuna oggi queste specie sono protette e sono tornate a volare in molte parti del mondo.

L’Università di Vienna, proprio per riportare nei boschi che circondano la capitale austriaca questo maestoso volatile, ha avviato un progetto che prevede l’utilizzazione di animali in cattività per far nascere piccoli che possano essere allevati per essere reintrodotti in natura.

L’ateneo austriaco ricerca animali adulti negli zoo o che, recuperati perché feriti, una volta curati non possano più volare e quindi vivere liberi».

Domenica scorsa i ricercatori di Vienna si sono incontrati a metà strada, a Villach, con gli addetti della cooperativa Pavees di Cornino che hanno preso in consegna i due esemplari di allocco degli Urali: «Uno – spiega ancora Genero – arriva da uno zoo della Polonia e l’altra è una giovane femmina recuperata in Croazia. La coppia è stata collocata in una delle voliere della Riserva dove pare già a proprio agio».

Rispetto agli allocchi comuni, quelli degli Urali sono diffusi dall’Asia all’Europa e in Italia sono presenti solo in Friuli. Di aspetto risultano più grandi dei “cugini” e hanno una coda molto più lunga che li aiuta nelle virate veloci in mezzo i boschi.

«Fino agli anni Novanta del secolo scorso – riferisce il direttore scientifico –, questo volatile era considerato accidentale in Italia. Siamo stati io ed Enrico Benussi a scoprire nel 1994 che l’allocco degli Urali nidificava anche da noi: il Friuli rappresenta il confine della sua presenza in Europa visto che più a ovest non è presente. Il Friuli poi è l’unica regione in Italia a poterlo annoverare tra le proprie specie».

L’allocco degli Urali è considerato uno dei rapaci notturni più grandi presenti in natura, le sue dimensioni raggiungono infatti quasi quelle del gufo reale, solo il peso è inferiore. «L’obiettivo da raggiungere non è semplicissimo – anticipa Genero – non è detto che l’accoppiamento dei due animali la prossima primavera vada a buon fine e nascano dei piccoli».

Al di là della finalità scientifiche del progetto, la presenza di questi esemplari arricchirà le proposte didattiche per la stagione 2019 della Riserva visto che i visitatori avranno modo di osservare da vicino un animale che, pur se presente sul nostro territorio con circa una quarantina di coppie, è assolutamente impossibile vedere dal vivo. —


 

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