L'assessore regionale Gibelli: «Uno stabile in friulano? Non posso tagliare i fondi agli altri per darli a Udine»

UDINE. «Non posso sottrarre soldi ai teatri stabili esistenti per darli a Udine. Il finanziamento dell’associazione “Teatri stabil furlan” è forzosamente una decisione di giunta. Deve essere finanziata con risorse aggiuntive per la Cultura o le Lingue minoritarie».
L’assessore regionale alla Cultura, Tiziana Gibelli, è chiarissima: i soldi per il teatro stabile in lingua friulana non ci sono. Al momento, il progetto approvato, l’altra sera, dal Consiglio comunale, non ha la certezza di ricevere dalla regione 150 mila euro entro dicembre, 294 mila nel 2020 e 316.500 nel 2021.
Queste le cifre indicate nel Piano economico e finanziario che, a regime, una volta ottenuto il riconoscimento ministeriale, prevede un costo annuale pari a 595 mila euro.
L’assessore Gibelli preferisce astenersi dal commentare l’iniziativa. «Non ho la delega per fare l’assessore alla Cultura del Comune di Udine», aggiunge e lo fa per dire che non si pronuncia mai su quello che fanno i suoi colleghi.
Personalmente, però, all’assessore, Fabrizio Cigolot, «quando mi parlò dell’iniziativa gli ho fatto ben presente i tempi e le problematiche: più che disegnare il contesto non posso fare altre. Nel momento in cui Udine chiederà ufficialmente i contributi faremo le nostre valutazioni».
A quanto sembra l’assessore regionale nutre qualche perplessità sul progetto, non a caso ripete: «Non posso sottrarre soldi agli attuali teatri stabili per darli a Udine».
L’assessore fa notare infatti che i teatri stabili riconosciuti dal ministero accedono al Fondo unico per lo spettacolo, il meglio noto Fus, e «l’assegnazione dei fondi si basa su calcoli matematici» che non possono essere messi in discussione.
Da qui la certezza che il Teatro stabile per la lingua friulana, soprattutto in prima battuta, dovrà essere finanziato dalla giunta Fedriga. «Dovranno essere stanziate risorse aggiuntive per la Cultura o per la tutela delle Lingue minoritarie», ribadisce Gibelli, nel far notare che la Provincia autonoma di Bolzano finanzia il teatro in lingua italiana con i fondi per le lingue minoritarie.
Il percorso del nascente Teatri stabil furlan non appare affatto facile. Anche perché, e su questo concorda pure l’assessore, ci vogliono anni di attività comprovata per ottenere il riconoscimento ministeriale indispensabile per entrare nel Fondo unico per lo spettacolo.
La costituenda associazione da parte del Comune, della Fondazione teatro nuovo Giovanni da Udine, del Css, della Filologica friulana, dell’Arlef, dell’Istitut ladin pre Checo Placerean e dell’accademia Nico Pepe, prevede di inoltrare la domanda al Mibac nel 2021.
«Per ovvie ragioni – si legge nel piano economico –, il riconoscimento ministeriale del progetto Tsf come impresa teatrale è il punto di riferimento a cui guardare e, pertanto, tutta l’attività dei primi anni dell’associazione dovrà essere orientata al raggiungimento di questo precipuo obiettivo strategico».
Staremo a vedere anche perché il Piano prevede la produzione di quattro spettacoli all’anno vendibili agli altri teatri a un prezzo che oscilla tra 4 e 8 mila euro ciascuno. Inutile dire che, per rendersi credibile, il teatro stabile in lingua friulana dovrà puntare su una drammaturgia di livello tanto quanto lo fu quella dei “Turcs dal Friul” di Pasolini, presa a esempio nel progetto, che andò in scena nel 1976. —
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