L’Asp “Daniele Moro” e il nodo dimissioni

CODROIPO. È da sempre un baluardo politico del sindaco della città. A lui spetta la nomina di tre consiglieri del Cda. Una roccaforte, come molti la definiscono l’Asp “Daniele Moro” ente gestore dei servizi sociali degli 11 Comuni del Medio Friuli.
Fu così per l'ex sindaco Vittorino Boem, così è per Fabio Marchetti. Allora c'era Mario Banelli alla presidenza, poi dimessosi con il cambio di giunta, adesso l'ex assessore Andrea D'Antoni dopo la parentesi Snaidero.
Pochi giorni fa il Cda ha rassegnato le sue dimissioni. Per Marchetti le ragioni sono "tecniche" per i suoi avversari “politiche”.
«Ringrazio il presidente Andrea D'Antoni – ha riferito Marchetti – e i consiglieri Patrizia Venuti ed Aldo Mazzola che hanno rassegnato le dimissioni dall’incarico loro conferito dal sottoscritto e dal collega Nicola Locatelli, sindaco di Camino. Con tali atti l'intero Cda decade e, pertanto, si rende immediatamente necessaria la sua ricostituzione. Ringrazio anche i consiglieri Francesco Polini e Giuseppe Liani (già decaduto dalla carica e che non farà parte del nuovo Consiglio). Nulla è stato ancora deciso sulla composizione del prossimo Cda. L'azzeramento, reso possibile grazie al senso di responsabilità degli attuali amministratori, consentirà di operare una scelta completa e non vincolata sulle persone che verranno chiamate a ricoprire questi importanti ruoli».
Per il candidato del centro sinistra Alberto Soramel «non esiste altra interpretazione se non quella che il potere per Marchetti non è un servizio da rendere ma un modo per stare a galla. Il potere per la gestione del potere visto che si usa una struttura pubblica per fini privati. Per Marchetti l'Asp Moro è stato un contenitore per risolvere le beghe politiche». «Non si smentiscono mai - è il commento del candidato Graziano Ganzit - . L'ultimo colpo di coda del dimissionario sindaco di Codroipo Fabio Marchetti è un favore all'amico ed ex assessore Andrea D'Antoni. Con un consueto cavillo burocratico, nella più classica delle tradizioni della politica della spartizione delle poltrone, rinnoveranno il cda dell'Ente Moro. Marchetti fa questo anche se il suo mandato sarebbe dovuto scadere il 5 giugno scorso se non fosse per la boutade della fusione con Camino, che gli è scoppiata in mano scombussolando i suoi piani per un altro anno di stipendi assicurati».
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