L’Asburgo: sì a corso Franz Josef

«Sarebbe un bel gesto intitolare nuovamente corso Italia a Francesco Giuseppe, più che altro per motivi storici. In generale non è giusto spazzare via tutto solo perché c’è stata una guerra, magari persa, in mezzo». Parola dell’arciduca Markus Salvator d’Asburgo Lorena, pronipote del Kaiser, ieri a Fogliano per partecipare alla cerimonia di scoprimento di un cippo dedicato alla memoria di Carlo I d’Austria, beatificato undici anni fa da Papa Giovanni Paolo II.
L’arciduca Markus, modi affabili e loden d’ordinanza, ha ammesso di essere a conoscenza del dibattito scatenato in seguito alla provocazione del presidente dell’associazione Mitteleuropa, Paolo Petiziol, che aveva proposto di intitolare proprio a Franz Josef il principale corso di Gorizia, strada che fino al 1918 già portava il nome dell’imperatore. Markus, undicesimo di tredici figli, è il nipote di Maria Valeria, figlia prediletta dell’imperatore Francesco Giuseppe e di Sissi, e di Francesco Salvatore, a sua volta discendente di Maria Immacolata di Borbone. Nel suo sangue c’è il legame indissolubile di due tra le più grandi dinastie di fine Ottocento, i Borbone di Napoli e gli Asburgo d’Austria.
«Intitolare una strada a Francesco Giuseppe? Perché no - spiega Markus -? Sarebbe un bell’esempio. Credo che non ci sarebbe nulla di cui scandalizzarsi. Cosa penso di chi esprime perplessità? È triste - commenta imbarazzato -, penso che chi si dica contrario lo faccia più per motivi di propaganda. I tempi delle divisioni, come dimostra anche la cerimonia di oggi (ieri a Fogliano; ndr), sono passati: proviamo a guardare avanti».
Anche perché Franz Josef «era molto legato a Gorizia, soprattutto negli anni della gioventù: sua madre voleva che il giovane imperatore fosse presentato in tutte le province. E quella isontina era ritenuta particolarmente importante, considerato che era una delle province ereditarie».
La provocazione di Petiziol aveva raccolto pareri contrastanti: da un lato la difficoltà di modificare il nome di una strada in cui risiedono migliaia di persone e su cui insistono decine di attività commerciali e professionali; dall’altro la volontà di togliere dall’oblio una pagina della storia goriziana, che per quattrocento anni, fino al 1916, è stata austriaca.
Il discendente della dinastia degli Asburgo ha espresso poi la propria gioia per il moltiplicarsi di iniziative che intendono ricordare il passato imperiale dei territori della provincia di Gorizia. Oltre all’intitolazione di un cippo dedicato alla memoria di Carlo I, nelle prossime settimane Ronchi intitolerà una piazza proprio a Francesco Giuseppe, mentre in tutto l’Isontino si moltiplicano le iniziative per commemorare i soldati goriziani dell’esercito austroungarico morti nella Grande Guerra: a Lucinico la stele sarà inaugurata a maggio, mentre a Gorizia l’associazione Isonzo si è attivata per realizzare un monumento che potrebbe sorgere alla Transalpina. «È davvero encomiabile questo atteggiamento e fa davvero piacere - ha detto l’arciduca Markus a margine della cerimonia a Fogliano -, anche perché queste iniziative arrivano direttamente dal cuore della gente».
Christian Seu
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