Largo al tripolarismo e alle scelte improrogabili

La Nouvelle Vague: la vecchia politica travolta dal voto diventa cimelio È l’ora della responsabilità per non riprendere lo stesso cammino
Di Enrico Angeli

UNIVERSITA' DI UDINE. Largo al tripolarismo: la politica, per come l'avevamo conosciuta, è un oggetto di modernariato, cimelio da esposizione per nostalgici tenaci che volessero serbare la testimonianza di un'epoca giunta al suo compimento. Proprio come accadde nel lontano 1989, quando dalle macerie del muro di Berlino ognuno portò con sé qualcosa, in memoria di ciò che era stato; ed è facile immaginare che da qualche parte quei detriti siano ancora lì, in bella mostra, e che qualcuno, con tono solenne, abbia detto ai propri figli “io c'ero”, portando a testimone quel piccolo frammento di Storia. Il day after delle ultime consultazioni politiche ci restituisce uno scenario completamente inedito.

Da questo momento, anche l'Italia ha la sua Nouvelle Vague: l'onda anomala del Movimento 5 Stelle è passata spazzando via ogni cosa, compresa la vittoria del Pd, data per certa fino a pochi giorni prima dal voto. Grillo è riuscito dove tanti prima di lui avevano fallito: mettere a dura prova la tenuta di un sistema fondato sulla netta polarizzazione tra destra e sinistra, diventando l'ago della bilancia per la futura stabilità di governo.

Ora però, superata l'ubriacatura post-elettorale, è il tempo delle decisioni improrogabili, decisioni a cui il M5S non sembra essere ancora pronto. L'eterogeneità dei neoeletti parlamentari grillini si accompagna a un disordine e ad un pressappochismo niente affatto consolanti, seppure prontamente mascherati dal dirigismo di Beppe Grillo che riconferma tenacemente il suo ruolo di guida del Movimento. Non accettano di rispondere alle domande dei giornalisti, ma su un punto sono chiari: non voteranno la fiducia a nessun governo che non sia il loro. Salvo sorprese, l'ipotesi di un governo Cinque Stelle è altamente improbabile, e data la necessità di attuare, quanto prima, delle riforme che diano risposte concrete al Paese, il Movimento farebbe bene a mettere da parte per un po' l'orgoglio, e assumersi le proprie responsabilità.

Si sono forse dimenticati che d'ora in avanti è ai cittadini che dovranno rendere conto delle scelte intraprese?

Certo, qualche compromesso i grillini dovranno accettarlo, con il rischio, forse, di scontentare una parte del proprio elettorato; ma sarebbe anche un gesto di grande previdenza, e potrebbe ripagarli del maltolto. D'altra parte, sarebbe un vero peccato se la ventata d'aria fresca portata dallo tsunami Grillo riprendesse a soffiare nella stessa direzione di sempre.

@EnricoAngeli

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto