L’area partenze sarà ristrutturata: intervento da 5 milioni di euro

Ronchi, il progetto è ora al vaglio dell’Enac per il via libera. Non appena ci sarà l’ok da Roma, sarà avviato il cantiere.
Bonaventura Monfalcone-09.12.2015 Aeroporto Fvg- Direttore Consalvo e direttore Marano-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-09.12.2015 Aeroporto Fvg- Direttore Consalvo e direttore Marano-Ronchi dei Legionari-foto di Katia Bonaventura

RONCHI DEI LEGIONARI. L’aeroporto cambia look. Tutto il settore delle partenze subirà una radicale ristrutturazione. Costo preventivato 5 milioni di euro, il progetto è ora al vaglio dell’Enac (Ente nazionale aviazione civile) per il via libera. Non appena ci sarà l’ok da Roma, sarà avviato il cantiere.

Se tutto andrà per il verso giusto già dall’estate 2016 chi prenderà un volo da Ronchi si ritroverà in un ambiente completamente rinnovato: con gli ascensori per salire e scendere da un piano all’altro e con le sale d’aspetto dove non piove più dentro.

La notizia la annuncia il nuovo direttore generale della società Marco Consalvo, che da poche settimane ha preso possesso del suo ufficio, con vista sulla pista, al primo piano della palazzina uffici. Un bel biglietto da visita, per un incarico che si preannuncia molto impegnativo.

Direttore Consalvo, con i lavori per la ristrutturazione dello scalo vuole già dare un’impronta ben precisa alla sua attività.

«L’infrastruttura di volo - spiega il neo dg - è valida, anche se ci sono comunque delle manutenzioni da fare. Ma diciamo che l’asset principale è buono. L’aerostazione, per quanto riguarda le dimensioni e in rapporto al numero di collegamenti e passeggeri che transitato, è sovradimensionata, anche come spazi. Qua abbiamo dei saloni che sono completamente vuoti, delle aree un po’ semplici, i servizi di base sono carenti. Ecco che se vogliamo aumentare il traffico, magari raddoppiandolo nell’arco di qualche anno, è necessario dare qualcosa di più al viaggiatore, potenziando l’offerta. Non appena l’Enac approverà il nostro piano di investimenti, si comincerà con il restyling delle partenze, migliorando il check-in, il retail (negozi e duty free), la ristorazione. Attualmente ci sono problemi anche di mobilità tra un settore e l’altro, metteremo mano a questi dettagli che sono importanti per il passeggero. Se vogliamo essere un punto di riferimento importante per il turismo regionale, lo scalo deve recuperare appeal».

Un’altra opera importante all’orizzonte è il rifacimento della pista di atterraggio e decollo. Può fissare tempi e modi dell’intervento?

«Il 2017 sarà l’anno in cui ci dedicheremo a tale, fondamentale, lavoro che non può essere prorogato. Il costo sarà di circa 12 milioni di euro. Ci sono solo alcuni tratti della pista dove si dovrà andare in profondità, per il resto il cantiere non sarà invasivo».

Ma intanto per un periodo lo scalo resterà chiuso, con un aggravio sul traffico. O riuscirete a evitare questa eventualità?

«La pista potrebbe restare inutilizzabile per 3, 4 settimane, di conseguenza l’aerostazione non sarebbe operativa. Ma il nostro obiettivo è quello di evitare la chiusura, di tenere sempre aperto. Abbiamo una via di rullaggio degli aerei sufficientemente lunga e attrezzata che potrebbe “sostituire” la pista vera e propria per le settimane dei lavori. E’ un’opzione che stiamo verificando, ma sono fiducioso».

Che eredità le ha lasciato il suo predecessore?

«L’aeroporto deve recuperare molta efficienza. Parlo di tutto il sistema, questo è il primo dato di fatto. Io e il presidente (Marano, ndr) ne abbiamo discusso con i dipendenti durante i saluti per la Madonna di Loreto, protettrice dell’aviazione, giovedì scorso. Siamo una società aeroportuale che si muove sul mercato, che deve confrontarsi con competitori attrezzati e aggressivi, penso a Venezia, Lubiana, Verona. L’efficienza dovrà esserci in tutto e per tutto quello che facciamo. E deve passare il principio che servizi e attività sono dimensionati sui voli. Adesso ci sono molti più servizi che collegamenti. Adesso questo aeroporto trasmette un’aria di decadenza, di trascuratezza, è indispensabile recuperare appeal. Ma ci sono molti elementi positivi, che abbiamo concordato con il socio unico, diversi progetti su cui stiamo costruendo le strategie».

Puntate molte carte sul polo intermodale: può rappresentare davvero la svolta?

«E’ un’ottima base di partenza. E la politica regionale sui trasporti è di lungo respiro. L’accelerazione, l’impulso, a questa opera è decisivo. Il cantiere sarà attivo da giugno 2016, entro il 2017 potrebbe essere andare in esercizio. Oltre alla stazione che ci consentirà di avere un collegamento su rotaia con Venezia e con altre importanti città, sarà realizzato un parcheggio multipiano da 501 posti auto, e 1.075 saranno i nuovi posti a raso. La stazione disterà 400 metri dall’aeroporto: il tempo massimo di percorrenza a piedi è di 8 minuti. Sul fronte del trasporto su gomma, Ronchi è ben collegato con Trieste e Gorizia, con le corse ogni mezz’ora. Ora è necessario potenziare la frequenza con Udine».

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