L’architetto De Pineda: «Vanno creati spazi a misura di paziente»
PORDENONE. Un “archistar” per il nuovo ospedale di Pordenone. È Albert De Pineda, tra i massimi esperti mondiali di architettura ospedaliera, della Pinearq di Barcellona, che, assieme a Cooprogetti di Pordenone, Politecnica ingegneria e architettura di Modena, Steam di Padova e il geologo pordenonese Giorgio Contratti, progetterà il nuovo ospedale di Pordenone.
Archistar. Albert De Pineda, classe 1953, architetto catalano, ha fondato nel 1991 la Pinearq di Barcellona. È considerato uno dei massimi esperti di architettura sanitaria e socio-sanitaria a livello internazionale.
Tra i progetti firmati dal suo studio c’è anche uno degli ospedali di Barcellona, l’Hospital general del mar, che si trova nel Parc de Salut.
Filosofia. In tema di ospedali, il professionista ha le idee chiare. «Innanzi tutto – ha spiegato in una intervista a un’agenzia di stampa – l’ospedale del futuro deve essere perfettamente integrato nel luogo in cui sorge, non soltanto a livello urbanistico e architettonico. Deve soddisfare le esigenze della popolazione che deve servire. A ciò si associa la necessità di garantire un’ottima organizzazione funzionale».
Deve anche far sentire il paziente a casa. «La creazione di spazi a carattere domestico – afferma – è un obiettivo che deve essere sempre ricercato nella costruzione di un ospedale. Per esempio, attraverso l’uso della luce naturale, del verde come fonte di benessere e di materiali caldi si raggiunge il rispetto della privacy per ogni paziente».
Ospedale, spiega, da collocare in centro città «per soddisfare meglio le esigenze della popolazione, maggiormente presente nei centri urbani, e per abbreviare i tempi di trasporto e di movimentazione del cittadino». De Pineda ovviamente sarà un componente della squadra di professionisti che progetterà il nuovo ospedale.
Incontro. Un primo faccia a faccia tra l’associazione di progettisti e la direzione della Ass 5 ci sarà tra una decina di giorni. Lo scopo è cominciare a lavorare sulla progettazione preliminare del nuovo ospedale che, secondo il cronoprogramma elaborato, dovrebbe essere pronto in quattro mesi.
La progettazione dovrebbe concludersi entro l’anno, periodo che comprende anche la richiesta dei pareri previsti.
Ricorsi. Venerdì a mezzanotte è scaduto il termine per presentare ricorsi al Tar da parte delle altre associazioni di professionisti escluse dalla progettazione. Bisognerà, però, attendere ancora qualche giorno per eventuali notifiche da parte del tribunale amministrativo.
Un eventuale ricorso sarebbe un problema con il rischio di allungare i tempi. Ormai il termine è scaduto e non resta che attendere ancora per qualche giorno.
Demolizione. È il punto di partenza per la costruzione. La cerimonia di venerdì, secondo la giunta regionale, ha sancito l’avvio dei lavori che, secondo le stime, dovrebbero concludersi nel 2020-2021. In questa prima fase si procederà con il padiglione W: prima sarà “spogliato” di tutte le parti che possono essere asportate, poi si procederà con i muri.
Preliminarmente però ci sarà lo smaltimento di alcune componenti, come le canne fumarie. Per quanto riguarda le parti in amianto presenti in alcuni edifici «ci affideremo a ditte specializzate nel settore», ha spiegato Paolo Cecco della Ghiaie Ponterosso.
«Il materiale di risulta – ha aggiunto – sarà trattato e recuperato». Ognuno dei sedi edifici sarà un cantiere a sé e soltanto una volta spianata l’area di ciascuno e asfaltata si passerà al successivo. Al termine dei lavori, a giugno, l’ambito sarà un grande parcheggio per i dipendenti. Per un solo anno, però, perché in autunno 2016 è prevista la posa della prima pietra.
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