L'appello dello osterie friulane: "Spegnete il telefonino, meglio un calice di vino"

UDINE. Spegni il telefonino e gusta un calice di vino... Tornano i grandi eventi nelle osterie di Udine. Due serate non solo per degustare vini friulani, promuovere prodotti del territorio e trascorrere alcune ore insieme, ma anche per raccogliere nuove adesioni al Comitato friulano in difesa di questi luoghi del buon bere e mangiare, in occasione del 35° anniversario dall’inizio del suo mandato.
Era il 1984 quando un gruppo di udinesi di fronte al dilagare di “fast food e cineserie”, come è riportato nel libro del comitato edito nel 2004, “decisero di reagire e creare qualcosa che potesse propagandare la voce della tradizione e della vita sociale del Friuli”. E così all’osteria “Vitello bianco” furono stilati i principi del futuro sodalizio e iniziò “la battaglia”. Seguirono le prime adesioni. Nel 1988 fu la volta, infatti, delle osterie “Al Pavone” e “Al Vecchio Stallo” ed è da lì che ricomincerà a muovere i nuovi passi il comitato, sotto la presidenza di Enzo Mancini succeduto, dopo venti anni di mandato, a Enzo Driussi.
Domani, a partire dalle 18, Al Pavone e, dalle 19, Al Vecchio Stallo, è prevista una breve cerimonia alla presenza del direttivo in cui si ripercorreranno le tappe del Comitato friulano difesa osterie. Quindi tutti i clienti potranno degustare vini friulani e prodotti del territorio.
E sarà anche l’occasione per rinnovare l’adesione o iscriversi al comitato. Oggi a farne parte sono trentuno realtà, tra le province di Udine e Pordenone. Numero destinato ad aumentare a dispetto dei tempi e dell’avvento della nuova ristorazione. Nel circuito dovrebbe, infatti, entrare l’“Hostaria al Fari Vecjo” di via Grazzano che ospiterà insieme al Canarino di via Cussignacco la seconda serata di eventi, dal tema “Tra il vecchio e nuovo”, in programma giovedì 12 aprile, sempre dalle 19.
«Viviamo in una realtà virtuale, dominata dai telefonini – dice Mancini –. Dobbiamo liberarci di questi apparecchi che ci distolgono dalla convivialità e dalla voglia di stare insieme. Spegnere il telefonino e gustare un buon bicchiere di vino».
«Quest’aria di tradizione si respira ancora nei piccoli paesi dove l’osteria è aperta tutto il giorno – continua il presidente – e si gioca ancora a briscola. Con più difficoltà, invece, nelle grandi città dove gli orari sono diversi e i costi per mantenere le serrande aperte sono esosi.
Ma c’è ancora la voglia di continuare di credere in questo mondo e il merito è degli osti, anche giovani, che continuano questo mestiere, facendo degustare sapori dei cibi della nostra regione, riqualificando i bicchieri di vino».
Sembrano quindi archiviate le polemiche dello scorso autunno quando l’ex presidente Driussi rimproverò i titolari delle osterie di città di adottare “orari da ristorante” e di risposta gli esercenti incolparono il comitato di «fare poco o nulla per l’organizzazione degli eventi a salvaguardia di questi locali». La risposta a pochi mesi di distanza è arrivata: Mancini ha incontrato gli osti. Sono stati investiti tempi, risorse e passione e si è dato avvio a una serie di eventi che continueranno nel corso dell’anno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto