«L’antica ghiacciaia rischia di scomparire» I dem: va sistemata

Crepe nella copertura, la volta in pietra potrebbe cedere «Non c’è futuro senza tutela delle testimonianze passate»



Non c’è futuro se non si valorizzano le testimonianze del passato. Questo il senso dell’interpellanza di Sandrino Della Puppa, capogruppo Pd, per salvaguardare la ghiacciaia dell’ex villa Trevisan, dimora del XVIII secolo. Nel documento si richiama una precedente mozione del Pd per la tutela di quel bene, votata all’unanimità il 17 novembre 2017. «Siamo ritornati sull’argomento – dice Della Puppa –, in quanto le condizioni della ghiacciaia sono ulteriormente compromesse dal cedimento del terreno. Si notano vistose crepe nella copertura che, senza un consolidamento, potrebbero causare il crollo della volta in pietra». Nell’interpellanza si chiede al sindaco se sia stata coinvolta la Soprintendenza e se la giunta intenda consultare un tecnico per una valutazione dei lavori da eseguire, quantificandone i costi.

Antesignane dei frigoriferi, le ghiacciaie in sasso erano adiacenti alle malghe sin dal XVI secolo. Quell’invenzione è stata poi adottata nelle dimore patrizie. Ad Aviano si trova uno fra i migliori esempi, nel brolo retrostante villa Trevisan, già dei nobili Oliva Del Turco. Costruito nel XVIII secolo, palazzo Oliva caratterizzava la comunità avianese quanto il più conosciuto palazzo Menegozzi di piazza Duomo. Una storia senza pace, quella della dimora Oliva. Rovinati da dissesti finanziari, gli Oliva Del Turco, generosi mecenati, rinunciarono al palazzo che, dopo due passaggi di proprietà (Zamattio di Costa e Napoleone Coiazzi di Roveredo), all’inizio del Novecento diventa sede della Banca popolare di Aviano e poi dell’azienda con mulino dei fratelli Trevisan. Durante la guerra, il 26 marzo 1945, l’ufficiale delle Ss Alfred Dornenburg assassina nel giardino della villa Luigi Trevisan e fa incarcerare a Pordenone il fratello Marco, perché trovati in possesso dei buoni rilasciati dai partigiani per pagare alcune derrate di farina. Dornenburg fa bruciare tutti gli arredi, risparmiando l’illustre dimora. Il palazzo, acquisito da un’immobiliare, è stato ora trasformato in appartamenti, mentre il proprietario del terreno con la ghiacciaia è disponibile per conservare il bene. —



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