L’annuncio dei medici: preparato l’ambulatorio per tamponi in ospedale

Piero Cargnelutti / gemona

Da questa settimana, i tamponi si potranno effettuare anche all’ospedale di Gemona. Lo fa sapere l’aggregazione funzionale territoriale (Aft) dei medici di medicina generale del Gemonese.

Se fino a questo momento, nei limitati casi di contagio che ci sono stati si è dovuto fare riferimento a Udine, ora si eviteranno spostamenti verso il capoluogo.

«Naturalmente – fanno sapere i medici Paola Chiuch, Paolo Isola e Oscar Martinelli – all’ospedale San Michele è stato predisposto un ambulatorio, con un percorso separato dagli altri dipartimenti. La situazione attuale ci dice che il numero di contagiati è bassa, probabilmente perché da noi la diffusione del virus è arrivata più tardi, e le misure di contenimento stanno funzionando. A Gemona i contagiati sono stati messi in isolamento, i contatti diretti in quarantena, e anche chi chiama lamentando sintomi, viene contattato dal dipartimento di prevenzione che li ha in carico o dal medico di famiglia o viene invitato a chiamare se ci sono modificazioni dei sintomi».

Nel Gemonese sono 15 i medici di famiglia operativi nei Comuni di Gemona, Artegna, Venzone, Bordano, Trasaghis e Osoppo e nell’attuale momento, si sono dotati di un sistema informatico per comunicare in video conferenza: «In questo modo – fanno sapere – ci possiamo relazionare direttamente dai nostri studi per scambiarci informazioni, condividere criticità, problemi e proposte. Abbiamo coinvolto il dipartimento di prevenzione che rimane il nostro interlocutore privilegiato». I medici invitano a seguire determinati comportamenti: «Per ridurre il contagio – spiegano – si cerca di limitare l’afflusso di persone negli ambulatori, soprattutto quelli con sintomi sospetti. Molto lavoro viene fatto al telefono. Le linee spesso sono sovraffollate: bisogna scegliere orari diversi invece di concentrare tutte le chiamate all’inizio della settimana e nelle prime ore del giorno».

Sulle ricette, i medici ci tengono a precisare che per motivi di privacy e di direttive, non possono inviare direttamente la mail alle farmacie, bensì mandarle agli utenti che devono stamparle e consegnarle ai farmacisti. Per le pensione anziane, i medici contano sulla collaborazione di figli e nipoti più informatizzati. —

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