Lane Rossi e l’arte del “gruciàr”: dopo 60 anni passa di madre in figlia

UDINE. In pieno centro di Udine, all’angolo di via Savorgnana con la galleria San Francesco, davanti a piazza Venerio, resiste il negozio Lane Rossi (ancora così definito anche se la famosa ditta di Vicenza non esiste più): è una rivendita di filati (lana, cotone, cashmire, seta) e tessuti da ricamo che vengono acquistati e lavorati a casa.
Diciamo resiste perché è rimasta una delle poche botteghe di una volta, del tempo in cui “Berta filava”. Il tempo in cui anche le signore della Udine bene amavano frequentare queste maglierie-mercerie dove imparavano l’arte del “guciàr”.
Fondato nel 1955 da Elisa Cesselli, diplomata maestra all’Uccellis, il vecchio emporio Lane Rossi compie 60 anni. Era stato aperto anche su suggerimento di un cugino, Marco Cesselli di Codroipo, grossista della Lane Rossi Vicenza per il Friuli (è quel Cesselli, ex partigiano, che ha scritto il noto libro “Porzùs, i due volti della Resistenza”, uscito nel 1975 e da poco ristampato da Aviani).
Dal 2002 al bancone, affiancata da due collaboratrici, c’è l’attuale titolare, Caterina Foi, classe 1968, figlia di Elisa e di Giovanni, bancario in pensione (è del 1924). Da 12 anni, per motivi d’età (di anni ne ha 89) e di salute, la signora Elisa non si fa più vedere nel negozio che, fino al ritiro, non aveva mollato neppure un giorno.
«Udine è cambiata e cambia continuamente – dice la figlia Caterina – nei gusti, nelle mode. La gente viene poco in centro. Empori come il nostro vanno sempre più scomparendo. Piubello in via Mercerie e Gubitta in fondo a via Mercatovecchio non ci sono più. Ha chiuso anche il negozio di Corte Savorgnana, mentre ne resta uno in via Pradamano. Infine c’è ancora qualche magliaia nella zona di via Cividale... Noi siamo un’eccezione perché abbiamo saputo mantenere il vecchio look e innovare. Facciamo corsi (gratuiti) per insegnare alle future clienti l’abc del nostro lavoro».
La clientela è ricca e svariata. Si passa dall’ex presentatrice tv Maria Giovanna Elmi – che viene da Tarvisio a prendere le lane per la suocera Maria Massarutto, quasi centenaria – alle suore del collegio Gabrielli di via Cisis, da tempo habitué del negozio di Caterina Foi.
Una cliente “storica” della rivendita di filati è la dottoressa Anna Maria Pittana, l’ideatrice e animatrice del Ventaglio delle Muse, che lavora ai ferri e all’uncinetto per i nipoti.
«Nel palazzo della Galleria San Francesco – racconta Anna Maria Pittana – abitavano le signore Maria Sirch e Grazia Massa, due precisi riferimenti nell’ambiente dei patronati benefici e dei balli delle debuttanti al Mocambo... E il negozio della Cesselli (poi Foi) faceva parte della cornice».
Fra le fedelissime del negozio, non va dimenticata Teresa Collavini, moglie di Momi (agenzia viaggi di via Savorgnana, che ha chiuso qualche anno fa, dopo la morte del titolare). «Va ricordato, infine – prosegue la Pittana – che le nostre Lane Rossi servivano anche le magliaie più brave a cui le sartorie Giorgio Chiussi e i Romanelli, per la loro prestigiosa clientela, ordinavano i capi di maglia a cui apponevano etichette con i loro nomi».
Il negozio di via Savorgnana 18, che porta la sovrascritta “Lane Cotoni Ricami”, è stato sottoposto l’estate scorsa a un restauro conservativo che lo ha ammodernato e arricchito.
La signora Caterina ha preso degnamente il posto della madre, affiancata dalle collaboratrici Martina Grillo ed Elena Vida, sempre attente alle esigenze della clientela e prodighe di consigli. Ma la titolare vuole ricordare anche le collaboratrici del passato, tra le quali Ornella Malisani, Gianna Del Fabbro e Marisa Rossi.
Caterina Foi è sposata con Alessandro Falone, insegnante di lettere all’Uccellis. Hanno tre figli maschi, tra i 19 e i 14 anni, tutti appassionati di calcio, che praticano nel settore juniores. Chissà se un giorno saranno tentati anche loro dal tricot o dal crochet? Ci sono, infatti, anche uomini che amano sferruzzare.
«Ne vengono pure da noi – spiega la signora Foi – e qualche volta è difficile capire se vengono ad acquistare i filati per le mogli o per loro...». E, a proposito, «c’era anche un magliaio uomo, Marchetti».
Il settore comunque mantiene il fascino dei prodotti di nicchia e, se le vecchie botteghe vanno scomparendo, il tricot e il crochet si possono fare anche tramite internet. Su un diffuso settimanale femminile abbiamo letto di un social network che raccoglie i fans della maglia e conta milioni di iscritti. E per finire una notizia: al prossimo grande Expo di Milano ci sarà spazio, con varie iniziative, anche per la creatività dei ferri e dell’uncinetto.
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