L’Ance non ha diffamato la Soprintendente

Il giudice di Udine ha archiviato la denuncia che Picchione aveva presentato contro il presidente dei costruttori Pontarolo che l'aveva accusata di bocciare pratiche in maniera illegittima 

UDINE. La querelle tra Maria Giulia Picchione, soprintendente ai beni architettonici e paesaggistici del Fvg, e Valerio Pontarolo, presidente regionale dell’Assocostruttori, era cominciata la scorsa primavera. E a volare fin da subito, invece degli stracci, erano state critiche e denunce

. Una decina quelle che Picchione aveva depositato nelle rispettive Procure della regione contro il suo principale detrattore. Identica l’accusa: diffamazione. E sempre lo stesso, o quasi, l’oggetto: le polemiche scatenate attorno ai numerosi dinieghi da lei posti a progetti presentati per le relative autorizzazioni monumentale o paesaggistica.

In questi giorni, il tribunale di Udine ha emesso il primo verdetto: esclusa qualsiasi ipotesi di lesione dell’onore e della reputazione della querelante, il gip ha archiviato il procedimento. Come chiesto dal pm e nonostante l’opposizione della presunta parte offesa.

La cornice entro la quale Maria Giulia Picchione aveva ritenuto di essere stata screditata era stato il dibattito televisivo, al quale Pontarolo era stato invitato il 4 marzo 2013.

«La nuova soprintendente che viene da Roma - aveva affermato il presidente dei costruttori - ha cominciato a bocciare le pratiche in maniera illegittima. A dirlo sono le innumerevoli sentenze del Tar che la Picchione sta perdendo con motivazioni che parlano di arroganza amministrativa ed eccesso di potere».

Rifacendosi ai calcoli di un professionista definito “super partes”, Pontarolo le aveva attribuito la responsabilità di «4/5 mila operai a casa e decine e decine di milioni di euro di mancate entrate della Regione».

Nei due casi citati poi a titolo di esempio, la soprintendente era stata appellata come «furba», perchè «più che bocciare i progetti, fornisce prescrizioni al limite dell’assurdo, oppure impossibili da realizzare».

Di lì a qualche mese, la soprintendente - che nel frattempo era finita sotto inchiesta per l’ipotesi di abuso d’ufficio, proprio in relazione ai dinieghi paesaggistici - era passata al contrattacco, imboccando a sua volta le vie legali.

Assistita dall’avvocato Giovanni Borgna, aveva denunciato Pontarolo per le «insinuazioni» dette in trasmissione, dichiarandole prive di fondamento e indicando nel 3,39 per cento la misura dei dinieghi emessi dal suo arrivo nel capoluogo giuliano.

«La Pubblica amministrazione non blocca i cantieri - aveva sottolineato il suo legale -, nè opera alcun inutile rallentamento, ma rispetta i limiti temporali assegnati dalla legge, valutando i progetti sulla base delle norme». Quanto ai ricorsi al Tar, Borgna aveva precisato come quelli depositati fossero «solo 15/16 sui 1500 provvedimenti emanati».

Finito sul tavolo del pm Andrea Gondolo, il fascicolo aveva avuto vita breve. «Seppur colorite e concitate - aveva scritto il magistrato nella richiesta di archiviazione al gip -, le affermazioni non vanno ritenute diffamatorie, perchè rientranti nel diritto di cronaca». Per nulla rassegnata, la soprintendente era tornata alla carica con un atto di opposizione che aveva insistito, in particolare, sulla falsità di alcune delle dichiarazioni di Pontarolo.

«Anche in sede di critica - aveva argomentato il suo legale - non è consentito di stravolgere i fatti». A suo sostegno, Borgna aveva inoltre prodotto l’archiviazione nel frattempo sopraggiunta del procedimento che la Corte dei conti aveva avviato in gennaio, su esposto dell’Ance, e la sentenza con cui il Tar aveva intanto rigettato uno dei ricorsi di alcuni costruttori friulani.

«Questa è soltanto la prima delle molteplici querele presentate dalla soprintendente che giunge ad archiviazione - ha commentato con soddisfazione l’avvocato Rino Battocletti, difensore di Pontarolo insieme al collega Marco Marpillero -. Sulla scorta di questo risultato, confido che ad analoga conclusione approdino anche tutti gli altri procedimenti tutt’ora in corso».

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