L’addio di Vistorta alla contessa Maria
Funerali a Solighetto, la sepoltura a Cavolano con una cerimonia privata. Il ricordo della comunità

SACILE. Ortensie e rose nel silenzio della campagna liventina: ieri pomeriggio Vistorta ha accolto la salma della contessa Maria delle Grazie Brandolini d’Adda. La nobildonna sorella del conte Brando e ultima di quattro fratelli, si è spenta all’età di 94 anni a Solighetto, frazione di Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. Dopo il rito funebre privato in Veneto la salma è stata tumulata nella cappella di famiglia, nel cimitero di Cavolano. Tra le preghiere intonate da don Benito Introvigne parroco a Vistorta tanti ricordi della gente e il cordoglio dei parenti. Nel corteo privato per l’ultimo saluto alla contessa il figlio Giberto Arrivabene Valenti Gonzaga con la moglie Bianca Savoia-d’Aosta e figli, Coco Brandolini d’Adda, il conte Brandino che dirige la tenuta di Vistorta e pochi intimi.
Dolore trattenuto nella compostezza. A Vistorta hanno dedicato un pensiero alla contessa. «Era bellissima da giovane – ha ricordato Silverio, fedelissimo del conte Brandino – Negli anni Sessanta la villa era un crocevia di intellettuali, jet-set internazionale, nobiltà e qualche politico. Anni indimenticabili, anni passati». Nessuno dimentica Barbara Hutton l’ereditiera americana ospite a Vistorta, ma anche Gianni Agnelli, Ira Fustemberg e numerosi altri vip. «Una donna straordinaria e gentile», la ricordano gli amici di Sacile, Soligo, Trieste e Venezia.
La nobildonna era figlia del conte Carlo Brandolini d’Adda e aveva sposato in prime nozze il conte Leonardo Valenti Arrivabene Gonzaga. Nata a Venezia nel 1923, Graziella era conosciuta per il cuore generoso: nella Seconda guerra mondiale era stata infermiera volontaria. Amava la musica lirica, i fiori, i viaggi e la laguna veneta: a palazzo Papadopoli con l’affaccio sul Canal Grande, aveva vissuto a lungo. La dimora è stata trasformata ai primi piani nel lussuoso Aman Canal Grande Venice Hotel, ultima frontiera del lusso che seduce le star di Hollywood, tanto che George Clooney l’ha scelta per le nozze con l’avvocato Amal Alamuddin. Una vita da sogno tra jet-set, beneficienza (infermiera volontaria prima e sensibile ai casi di emergenza e povertà), musica (appassionata melomane) e la famiglia.
Nel 1948 la nobildonna sposò il conte Leonardo, luogotenente di vascello della Marina italiana, con quarti di nobiltà mantovani. Gli eredi sono Vera, Venturina e Giberto. Vedova nel 1971, si trasferì a Pieve di Soligo. successivamente a Roma fino al 1986 quando si risposò con il barone Raffaello de Banfield, famoso musicista e compositore triestino. Altra città del cuore Trieste, dove visse a lungo. Nel 2008 il secondo dispiacere: mancato il barone la contessa si era ritirata nella tenuta a Pieve di Soligo. Si è spenta il 13 gennaio. «La contessa ha lasciato in tutti uno speciale ricordo: era generosa e si dedicava a iniziative benefiche – hanno ricordato alla parrocchia di Vistorta – Il figlio, il conte Giberto, ha sempre dimostrato l’affezione e un forte interesse alle radici mantovane della famiglia».
(c.b.)
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