L’addio di Paolo Fresco a Villaggio
L’ex presidente Fiat di Porcia era compagno di classe dell’attore

«Quando è morto De Andrè, lui disse: “Mah, insomma, se uno potesse contare sui funerali che ha avuto Fabrizio, potrebbe valere la pena di morire...”». A ricordare Paolo Villaggio è Paolo Fresco, già presidente di Fiat, purliliese di origine, compagno di classe dell’attore ai tempi del liceo. Il manager ha partecipato ai funerali civili, ieri sera, e, prima in Campidoglio, è rimasto a lungo nella camera ardente assieme alla vedova Villaggio, Maura Albites, e al figlio Pierfrancesco e alla figlia Elisabetta.
«Con quello che sta succedendo, con il tributo pubblico che sta ricevendo, se da qualche parte dell’universo Paolo lo sta guardando, sarà soddisfatto di quello che vede», ha detto il manager.
Paolo Fresco – i cui parenti risiedono ancora a Porcia dove hanno diverse attività – e Paolo Villaggio si erano conosciuti a 14 anni sui banchi del liceo Andrea D’Oria di Genova, iniziando un’amicizia durata 70 anni.
«Ho seguito la sua malattia molto da vicino - ha detto a Il Secolo XIX -: così i rapporti di amicizia, quando sono veri fin dall’inizio, si consolidano anche per decimazione. Quelli che sopravvivono, serrano i ranghi. Paolo non stava bene, viveva un po’ da solo, e io gli sono stato sempre più vicino: ci siamo visti di frequente, l’ultima volta un mese fa a Roma».
L’ex presidente Fiat, padre marchigiano e madre di Camino di Codroipo, ha ricordato un episodio di 15 anni fa, avvenuto in un paesino austriaco dove entrambi si erano concessi un giro in bici: «Fu circondato dai bambini che urlavano Fantozzi! Paolo Villaggio! E lui era felice». Proprio col personaggio dell’impiegato vessato «lascia una traccia che durerà nel tempo per molti anni, ha creato un personaggio vero e lo ha reso immortale».
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