L'accusa di truffa: anticipo di 400 mila euro dalla Regione con preventivi e lavori non ammessi

PORDENONE. Coinvolge nove persone il filone d’indagine aperto dalla Procura sulla presunta truffa aggravata per ottenere i contributi del Piano di sviluppo rurale a favore del Gruppo carni friulane srl. Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero ottenuto un anticipo di 400 mila euro inducendo in errore l’ente erogatore (i fondi dell’Unione europea sono stati assegnati dalla Regione).
In che modo? La Procura ritiene che siano stati acquisiti preventivi di lavori e di servizi falsi e modificata la fatturazione, in modo da far apparire gli interventi effettuati da imprese terze all’impianto di Aviano come ammessi al contributo del Psr.
Le microspie installate nella sala riunioni del macello di Aviano registrano il 25 ottobre 2016 una riunione in cui si parla proprio della definizione della pratica. Nel piano di sviluppo rurale sono previsti aiuti per le imprese che intendevano investire. Il pagamento dell’aiuto, però, può essere concesso solo a fronte di spese effettivamente sostenute dal beneficiario finale e documentate mediante fatture e altra documentazione fiscale. Il Gruppo Carni friulane ha programmato un piano di investimenti per 2 milioni e 300 mila euro e la Regione ha decretato, il 16 gennaio 2014, la concessione di un contributo di 920 mila euro. Alla società avianese è stato erogato un anticipo di 400 mila euro.
Senonché, due anni dopo, alla riunione in ottobre, emerge che alla pratica mancano i tre preventivi di spesa per ciascun intervento effettuato al macello. Senza quei preventivi, il contributo sarebbe stato revocato e l’anticipo di 400 mila euro avrebbe dovuto essere restituito.
Che fare? I convenuti alla riunione, secondo quanto ricostruito dalla polizia giudiziaria, decidono di procurarseli a posteriori, per ciascuna tipologia di lavoro e fornitura, con importi superiori rispetto a quelli pagati alle ditte fornitrici o esecutrici, in modo da poterli utilizzare a corredo della domanda di contributo. Si tratta, però, secondo la Procura, di preventivi «ideologicamente falsi».
«Qui bisogna fare i preventivi perché – sbotta l’imprenditore Stefano Fantinel –... Io non accetto di pagare dei professionisti per due milioni e zero trenta e adesso mancano i preventivi...». Filippo Sbuelz azzarda: «Noi abbiamo già tutte le quietanze in...».
E Fantinel: «Le quietanze non bastano! Mi date preventivi, fatture e pagamenti, se no qui, mi saltano... mi saltano 100 mila euro come ridere... 100 mila euro ragazzi, ogni 100 mila euro sono 40, non cicciole eh!». In una successiva conversazione affiora secondo gli inquirenti l’esistenza di fatture pregresse già falsificate, in quanto emesse a fronte di interventi non ammissibili a contributo e fatte figurare, invece, come tipologie di interventi ammessi.
«Perché il problema, qua – dice l’allevatore Renzo Cinausero – è che noi siamo partiti... Quando ci hanno detto non arriveremo mai alla cifra, buttate dentro più che potete... Noi tutte le manutenzioni, le abbiamo fatte passare come roba nuova. Chiedi alla Elena, che ogni volta faceva cambiare la fattura. Qui sono sempre state cambiate le fatture e dopo siamo arrivati».
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