Laboratorio del pane per ricordare il direttore Omar Monestier

Alessandro Cesare

Pane e champagne. In memoria del compianto direttore di Messaggero Veneto e Il Piccolo, Omar Monestier. Lui che il pane se lo faceva in casa e che lo champagne lo sorseggiava nei momenti conviviali.

Ein Prosit ha voluto dedicare, domenica 23 ottobre, uno degli eventi della rassegna proprio alle due grandi passioni del direttore scomparso il primo agosto.

L’appuntamento, denominato “Pane al pane, vino al vino”, aperto ai lettori del nostro giornale, ha visto protagonisti in galleria Modotti Davide Longoni, Roberto Notarnicola e Gae Saccoccio.

Presenti il direttore del Messaggero Veneto, Paolo Mosanghini, il direttore della Manzoni Luca Antonutti, il direttore del Consorzio del Tarvisiano, Claudio Tognoni, e la moglie di Monestier, Sara Casol.

I segreti del pane fatto in casa. Il modo migliore per gustarlo? Con gli amici e la famiglia

Quest’ultima, dopo aver ringraziato per il pensiero gli organizzatori, ha ricordato come il marito fosse «orgoglioso del suo pane» e come volesse «primeggiare anche in quel campo».

Un rito intimo e familiare che Monestier, spesso, trasferiva anche nel lavoro: «Quando uscivamo a pranzo la prima cosa che osservava, toccava, annusava era il pane. E ovviamente, quello preparato da lui, restava il migliore», ha raccontato Mosanghini.

L’evento ha permesso di scoprire le caratteristiche di tre tipologie di pane, preparate con tre grani diversi. E non è mancata una sorpresa, con una pagnotta a forma di O come omaggio a Omar.

In questo caso, l’ingrediente principale è stato un grano duro pugliese. In abbinata tre tipi di champagne: Salima & Alain Cordeuil Altitude, Brut Nature 2015 e 2017, Origines Brut Nature 2011.

«Il pane è un oggetto di famiglia, che ci riporta indietro ai ricordi dell’infanzia – afferma Notarnicola, panificatore che in città gestisce Mamm Focaccieria –. Appena abbiamo saputo della passione di Monestier, insieme agli organizzatori, abbiamo pensato di nobilitare l’evento dedicandolo a lui, unendo pane e champagne per richiamare senso di comunità e di famiglia».

Una filosofia, quella dei panificatori, che può diventare uno stile di vita: «Il tempo lento del pane insegna a vivere – aggiunge –. L’attesa della lievitazione si porta dietro ansie e aspettative, ci insegna a capire la realtà e ad affrontare i fallimenti e gli insuccessi, aiutandoci a vedere ciò che di buono ci circonda».

Notarnicola parla anche dei segreti per preparare un buon pane: «Ci vuole attenzione, conoscenza della materia prima, e senso del tempo». E se per lui il miglior prodotto da abbinare al pane è l’olio, per il panificatore milanese Longoni, è il vino: «La sfida di oggi è il ritorno alle origini del pane, alla sua dimensione agricola, alla materia prima di qualità.

Un buon pane ha la capacità di riunire le persone, di creare una “compagnia” pronta a condividere», dice Longoni. A suo dire i segreti di una panificazione di livello sono tre: «Capire il punto di impasto, il punto di lievitazione e il punto di cottura. Saper cogliere i momenti giusti è il vero segreto».

Un evento che ha avuto un buon successo, capace di incuriosire i partecipanti, che alla fine hanno si sono portati a casa una porzione dei pani degustati.

Per Ein Prosit domenica è stata la giornata conclusiva, e gli organizzatori si dicono molto soddisfatti: «Siamo felici, Udine è diventata il centro del mondo gastronomico.

Nessun altro appuntamento internazionale ha avuto così tanti chef, progetti e proposte tutti insieme – commenta Tognoni –. Abbiamo fatto conoscere i prodotti del Friuli Venezia Giulia, e i suoi vini in particolare. Ma lo spazio per crescere ancora, non manca». Se ne riparlerà nel ’23. —

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