L’abbraccio della città al Battaglione Gemona

La manifestazione si è chiusa con la sfilata nelle vie del centro
Di Flavia Virilli
Gemona 2 Aprile 2017 sfilata e messa alpinoi Copyright Petrussi Foto Press Turco Massiimo
Gemona 2 Aprile 2017 sfilata e messa alpinoi Copyright Petrussi Foto Press Turco Massiimo

GEMONA. Si è concluso ieri con la sfilata lungo le vie del centro il sesto raduno del Battaglione Alpini “Gemona”. Numerose le penne nere che hanno invaso la cittadina pedemontana, dalla quale il glorioso Battaglione prende il nome, per un raduno particolarmente sentito in quanto celebra i 130 anni della sua fondazione. Dopo l’ammassamento e l’alzabandiera nella piazza del Ferro, il presidente della Sezione Ana di Gemona, Ivo Del Negro, ha salutato i molti alpini presenti – più di un migliaio provenienti da tutto il nord Italia e una nutrita delegazione da L’Aquila – i sindaci e le autorità, tra cui il vicepresidente vicario dell’Ana Luigi Cailotto, il consigliere nazionale Renato Romano e il revisore Ernestino Baradello.

Del Negro ha poi rivolto un ringraziamento particolare al sindaco del terremoto Ivano Benvenuti, per tanti anni presidente della Sezione Ana di Gemona, alla cui determinazione va il merito di aver dato vita a questo raduno. Tanto Del Negro quanto il presidente dell’associazione “Mai Daûr”, Daniele Furlanetto, che collabora all’organizzazione dell’evento, hanno ripercorso le vicende storiche salienti del Battaglione Gemona, fondato il 10 luglio del 1887 a seguito del cambio di denominazione del Battaglione Val Tagliamento. Gloriose le sue gesta, in pace e in guerra, fino allo scioglimento, avvenuto il 14 ottobre del 2006: nel 1887 entra a far parte del 7º Reggimento Alpini, fino al 1908, quando viene inserito nel neocostituito 8º Reggimento Alpini.

Già da prima dello scoppio della Grande Guerra, il battaglione Gemona viene dislocato in Val Dogna, dove combatte fino alla disfatta di Caporetto (proprio ieri sono state consegnate le medaglie ai familiari di alcuni dei caduti della Grande Guerra). Nell’aprile del 1939, il Gemona, inquadrato nell’8º Reggimento Alpini della Divisione Alpina “Julia” parte per le campagne di Albania e Grecia. La sera del 28 marzo 1942 il piroscafo “Galilea”, sul quale il Gemona era stato imbarcato per il rimpatrio, viene silurato dal sommergibile inglese “Proteus”. La nave affonda, anche a causa delle cattive condizioni del mare, e quasi tutti gli alpini periscono nel naufragio: 21 ufficiali, 18 soldati e 612 penne nere. Il battaglione viene poi ricostituito e nell’agosto del 1942 inviato in Russia, dove si distingue per impegno e determinazione.

Solo pochi di quegli eroi fecero ritorno dopo immani sofferenze ed è proprio per mantenere viva la memoria delle loro gesta che l’associazione “Mai Daûr” è stata costituita. Nel 75º anniversario della tragedia del “Galilea”, ieri è stato consegnato dall’Ana gemonese un ricordo a Ottorino Pietrobon, classe 1921, mitragliere della 69ª Compagnia del Battaglione “Gemona”: uno dei pochi superstiti di quel naufragio. Non sono poi mancati i saluti e i ringraziamenti del sindaco di Gemona Paolo Urbani, il quale ha ricordato, a nome di tutta la città, come le penne nere abbiano «scritto la più bella pagina di storia in tempo di pace degli alpini» e, insieme alla gente, «la più bella pagina di storia della nostra regione» aggiungendo un ringraziamento a tutti gli alpini per l’aiuto ricevuto dopo il sisma del 1976 e precisando che «a Gemona gli alpini non sono solo ospiti, ma cittadini».

Dopo il saluto del vicepresidente vicario dell’Ana Cailotto è intervenuto il comandante della Brigata Alpina “Julia”, generale Paolo Fabbri il quale, dopo un «doveroso omaggio a tutti coloro che sono caduti in nome del Gemona», ha sottolineato come ognuno degli alpini del Gemona presente ieri «abbia contribuito a scrivere la storia di questo Battaglione, impegnandosi nel quotidiano a vivere secondo valori morali nobili al punto tale da essere difficili da rispettare». Il raduno è proseguito con la messa in Duomo, concelebrata dall’arciprete monsignor Valentino Costante, dal cappellano militare don Giuseppe Ganciu e dall’arcivescovo emerito monsignor Pietro Brollo, accolto ieri a Gemona a pochi giorni dal suo 60º anniversario di ordinazione sacerdotale per una giornata di festa e di ricordo. Brollo ha rievocato la sua attività di parroco a Gemona, conclusasi con l’ingresso nel restaurato Duomo, ricordando la grande solidarietà dimostrata dagli alpini, da lui stesso toccata con mano durante il periodo della ricostruzione. La giornata si è conclusa con la sfilata lungo le vie del centro, accompagnata dalla fanfara della “Julia” e dalla banda alpina di Gemona, e con l’immancabile rancio.

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