La via dei Carnicats: pensare con la propria testa

Intervista al gruppo hip hop che presenta “Vai Fradi” mix in friulano, italiano e inglese

ISIS MANZINI SAN DANIELE. Ragazzi di origine friulana, carnica per essere precisi, decidono di portare la marilenghe nel mondo della musica, unendo friulano, italiano ed inglese. Una bella scommessa, non c'è che dire, e ci vuol anche una buona dose di determinazione per inseguire questo progetto.

Da poco è uscito Vai Fradi, il disco di Luca Dorotea, in arte Doro Gjat, che intervistiamo.

Da dove nasce l'idea di un connubio tra tre lingue da utilizzare nelle canzoni?

Più che un'idea è stata proprio un'esigenza: quando lavoro con altri artisti mi piace lasciar loro quanta più libertà compositiva possibile. Voglio che prendano parte al progetto e che diano del loro meglio, realizzando qualcosa che sentono (anche) loro. Non snaturerei mai la cifra stilistica di un artista e quindi chiedo di fare semplicemente "quello che sentono". Ed è così che il gruppo dei Carnicats é così variegato: Dek ill Ceesa canta in friulano e Mattia (Delta Club), Filippo (Videodreams) e Giulia Ka-Li cantano in inglese. Poi a prescindere da ciò, mi piaceva dare un'immagine di “friulano nel mondo” al mio disco, quindi mettere la marilenghe insieme con l'inglese mi sembrava un'ottima idea.

E di più stili?

Io sono un ascoltatore vorace di musica, prevalentemente hip-hop, ma non solo. Quando ho cominciato a lavorare a "Vai Fradi" avevo già chiaro in mente quali influenze volevo che intervenissero nella realizzazione dei brani. Infatti ci sono riferimenti a tutto quello che mi piace: c'è un po' di rock, un po' di elettronica, accenni di soul e reggae e naturalmente l'hip-hop che è l'addensante che amalgama tra loro gli altri ingredienti

Qual è la storia del nome "carnicats" e "doro gjat"? E quali sono tre aggettivi per riassumere il percorso insieme?

Quando eravamo ragazzini, in Carnia, erano veramente poche le persone che ascoltavano hip-hop come noi. Gli anni '90 erano radicalmente diversi per tutta una serie di ragioni e, ai tempi, essere dei rappers era l'eccezione e non la regola come al giorno d'oggi! In particolar modo in Carnia, dove a farlo eravamo letteralmente quattro gatti! Ed ecco perchè abbiamo scelto un animale solitario per eccellenza per rappresentarci.

Quale consiglio daresti alle nuove generazioni?

Di non credere a niente e di diffidare di qualsiasi informazione, da ovunque essa arrivi. In un'epoca in cui tutto viaggia velocissimo, in cui l'informazione grazie ai social network è nelle mani di tutti (e quindi di nessuno) è importante avere ben chiaro in mente che pensare con la propria testa è l'unica via. Informarsi è bene, ma è importante conoscere le fonti, sapere da dove arrivano le informazioni, prima di riempirsi la bocca di inesattezze.

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