La Udine di Maniacco in una lettura itinerante del “Figlio del secolo”

Oggi dalle 17 alle 21, in vari luoghi della città, si ricorda l’artista Si comincia all’osteria Girada si chiude sotto la loggia del Lionello
Di Paolo Medeossi

di PAOLO MEDEOSSI

Udine è spesso capace di sorprendere, in positivo. Sembra distante, smemorata, anche un po’ ingrata verso personaggi che ne hanno fatto la piccola grande storia, e invece poi succede qualcosa di significativo. Come accadrà oggi quando andrà in scena, in vari luoghi della città, una lettura itinerante del “Figlio del secolo”, il romanzo autobiografico pubblicato nel 2008 in cui Tito Maniacco raccontava la propria vicenda, fra anni Trenta e Quaranta, sullo sfondo della Udine più ruspante e genuina, quella di borgo Villalta e via Gemona.

La manifestazione, ideata dall’editrice Kappa Vu e dall’associazione Adastra, è sostenuta dall’amministrazione comunale e comincerà alle 17 nell’osteria La Girada di via Baldissera con altre tappe alle 18 nella libreria Cluf di via Gemona, alle 19 a palazzo Andriotti in riva Bartolini, alle 20 sotto la loggia del Lionello e alle 21 conclusione in corte Morpurgo. Interverrà una ventina di lettori, fra scrittori e amici che hanno conosciuto Tito e che si addentreranno in un racconto denso di idee, personaggi, giudizi e dettagli, proposti attraverso uno stile che lo differenziava dagli altri autori che si sono dedicati allo stesso argomento.

La Udine di Maniacco è originale e diversa, perché il punto di vista è quello di chi non accetta convenzioni o echi nostalgici per capire invece gli snodi della vita sociale, analizzandone gli aspetti economici, politici, culturali. Tutta l’esperienza personale e intellettuale di Maniacco è stata dedicata a questa appassionata ricerca che si è sviluppata su più livelli, con una coerenza e una visione d’insieme in grado di offrire ancor oggi, a oltre cinque anni dalla morte, avvenuta nel gennaio del 2010, intelligenti punti di riferimento a chi vuol orientarsi in un mondo riempito da frastornanti slogan di fronte alle novità che incalzano.

È allora necessario rileggere e comprendere più in generale Tito, partendo per esempio dalle parole che Mario Turello gli ha dedicato, in particolare quando afferma in chiave biografica: «Gli studi irregolari, le insaziabili letture, la precoce creatività e un acuto senso critico lo portarono a formarsi una cultura vasta, internazionale, anticonformista...». Entrò giovanissimo nelle file del partito comunista, fu consigliere e capogruppo comunale, con una originalità e specificità anche in quel caso perché si occupò moltissimo di temi come l’autonomia e l’identità friulana. Coltivò sia la scrittura sia l’arte figurativa, venendo iniziato alla pittura da Giuseppe Zigaina. Da operatore culturale divenne presidente del circolo Elio Mauro, che fece conoscere in Friuli la fotografia di Tina Modotti. Fra le opere di saggistica, memorabili i tre volumi illustrati da Ferruccio Montanari della serie “I senzastoria”, opera dal taglio inedito, che proponeva un racconto ispirato al modello degli Annales francesi fornendo l’altro ragionamento rispetto all’epica patriarchina dei preti intellettuali. L’esperienza di maestro elementare, cominciata nel 1957 a Moggessa, è invece narrata nel bellissimo “Mestri di mont”.

Romanzi e poesia facevano parte del suo impegno ed è emozionante, cercando nei mercatini dell’antiquariato, trovare questi suoi libri, che hanno la magica capacità di aprire le finestre di un mondo inedito. È avvenuto a esempio di recente con “La farfalla notturna”, pubblicato da Rebellato nel 1976. In copertina c’è una foto di Tito con pipa, in posa un po’ hemingwayana. La prefazione è di Carlo Sgorlon mentre il poemetto si chiude con le parole: “Così il naufrago ogni notte accese il fuoco per difendersi dai signori del buio e per evocare il passato e con lui parlare”. Dettaglio curioso: la copia trovata nel mercatino reca la dedica: “Udine, 21-12-76. All’amico Candolini con amicizia Tito Maniacco”.

«Tutti i mesi della vita di un popolo di poveri sono crudeli...» si legge nel “Figlio del secolo” raccontando la città nel 1945 con le angosce, la gioia, le contraddizioni, le disillusioni di chi immaginava un mondo nuovo e invece dopo un po’ lo trovava simile al precedente. Era questo il tormento di Tito, come spiegò nel geniale “L’ideologia friulana. Critica dell’immaginario collettivo”, pamphlet in cui da intellettuale progressista, lucido e coraggioso, fustigava il provincialismo, il conservatorismo, il ritardo culturale e la falsa coscienza di un localismo molto retorico.

Dunque, ecco finalmente una giornata dedicata a Maniacco. Settembre comincia e gli udinesi hanno un bel modo per viaggiare dentro la città, tra parole e luoghi. L’organizzazione delle letture avverrà così: alle 17, osteria La Girada, Marina Giovannelli, Maria Dolores Miotto, Maurizio Mattiuzza, Giulia Rinaldi. Alle 18, libreria Cluf: Paolo Cantarutti, Cristina Benedetti, Vilia Candido, Gianpaolo Carbonetto. Alle 19, palazzo Andriotti: Mario Turello, Annalisa Comuzzi, Giampiero Nimis, Lucia Burello. Alle 20, Loggia del Lionello: Giuseppe Mariuz, Elena Vesnaver, Antonella Sbuelz, Stefano Bulfone. Alle 21, corte Morpurgo: Paolo Medeossi, Giancarlo Velliscig, Fabiano Fantini, Alessandra Kersevan. Musica a cura di Giovanni Bresil.

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