La Triestina Calcio rischia fallimento e cancellazione

Il presidente Aletti è indagato per non aver versato all’erario 1,5 milioni di Iva Primi interrogatori. Nel mirino degli inquirenti c’è anche la gestione Fantinel

TRIESTE. La Triestina Calcio spa ha serie possibilità di sparire dai campionati professionistici, mentre si stringe l’assedio attorno al presidente, Sergio Aletti. E’ questo il primo significato degli interrogatori svoltisi ieri nella sede della Polizia Tributaria di via Giulia a Trieste, dove sono stati interrogati dai finanzieri come “persone informate sui fatti” l’allenatore Giuseppe Galdersi, il capitano Riccardo Allegretti e il responsabile del settore giovanile Franco Schiraldi.

Il presidente Sergio Aletti è indagato dalla Procura della Repubblica per non aver versato all’erario nei tempi stabiliti dalla legge un milione e mezzo di euro di Iva. Inoltre il pm Federico Frezza ha chiesto il fallimento della società alarbardata, oberata da sei milioni di debiti rimasti inevasi.

Il cerchio dell’inchiesta si stringe perché ogni dato che sarà acquisito dagli investigatori avrà un peso determinante nell’udienza di lunedì già convocata in tempi strettissimi davanti al presidente del Tribunale civile Giovanni Sansone per discutere l’istanza di fallimento. Lì, al pianterreno del palazzo di Giustizia, nello studio del magistrato si confronteranno sulla richiesta di fallimento il rappresentante dell’accusa e gli avvocati della società finita sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti.

Ieri come dicevamo gli investigatori della Polizia Tributaria hanno interrogato come testimoni, nella caserma di via Giulia, Giuseppe Galderisi, Riccardo Allegretti e Franco Schiraldi. Scopo dell’interrogatorio quello di fare luce sulle modalità, sui tempi e sulla congruità delle somme finora percepite per la loro attività professionale in seno alla Triestina Calcio. Sono stati snocciolati nomi di banche con i relativi bonifici, assegni o contanti. Ma anche è stato loro chiesto di eventuali promesse, “pagherò”, premi e quant’altro accade da troppo tempo a livello monetario nel mondo del calcio professionistico.

Le domande hanno avuto uno scopo preciso: quello di definire l’ambito dell’attività svolta da agosto a oggi da Sergio Aletti. Altre domande hanno riguardato quanto è accaduto in precedenza nel corso della gestione targata Stefano Fantinel. Poco prima del passaggio di testimone tra le due gestioni, il bilancio della “Triestina Calcio” era già contrassegnato pesantemente dal segno negativo per più di due milioni e mezzo di euro. Oggi, dopo soli quattro mesi di conduzione Aletti, secondo le stime più accreditate degli inquirenti, lo sbilancio è salito a sei milioni e 400 mila euro.

Cos’è dunque accaduto, visto che i dipendenti non percepiscono lo stipendio da settembre e che di giorno in giorno altri creditori si fanno avanti, rivendicando con i rispettivi avvocati, quanto loro spetta. Ieri è stata la volta di una tipografia che si è affiancata a una ditta di Monfalcone specializzata in forniture sportive, al Comune di Trieste, proprietario dello stadio “Nereo Rocco”, a un privato che ha affittato il proprio appartamento alla società, a un ristorante dell’altipiamo. Tutti attendono di essere pagati. Anche i giocatori dovrebbero incassare una tranche del loro stipendio nelle prime due settimane di febbraio.

«Noi andremo avanti sul campo. Non so come andremo avanti, ma il nostro impegno sarà totale. Siamo orgogliosi di rappresentare la Triestina in questo momento non facile» ha affermato l’allenatore Giuseppe Galderisi al termine dell’interrogatorio subito nella caserma della Guardia di Finanza di via Giulia. «Non ho ancora avuto modo di parlare di quanto sta accadendo col presidente Aletti» ha continuato Galderisi, rispondendo alle domande dei giornalisti. Poi ha affermato che i triestini devono essere orgogliosi dei giocatori della squadra, dello staff tecnico, dei magazzinieri, dei medici dei massaggiatori e di tutti coloro che lavorano per la società. Siamo uomini e cercheremo di essere uomini fino in fondo».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:lavoro

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto