La trasformazione accelerata delle imprese del Medio Friuli
L’evento di mercoledì a Villa Manin dedicato alle cento imprese Best Performer ha fatto emergere i profondi cambiamenti già in atto sul territorio

Fare in autunno le analisi sullo stato delle imprese pone sempre un interrogativo. Ci si basa sui bilanci del 2022, che ci sono tutti, o si considerano invece quelli del 2023, che risultano più vicini all’attualità ma che spesso non sono ancora stati depositati da tutte le imprese? Per amore di completezza, per l’evento Best Performer che si è tenuto ieri a Villa Manin dedicato alle aziende del Medio Friuli, abbiamo scelto la prima strada.
La graduatoria delle cento migliori aziende del territorio, che abbiamo pubblicato nei giorni passati e che è disponibile sul sito web del Messaggero Veneto, ci ha offerto uno spaccato di estremo interesse del territorio, che è diventato l’occasione dell’incontro di persona con alcuni degli imprenditori che più contribuiscono agli investimenti, allo sviluppo e all’occupazione di quest’area.
Il tema di com’è andato il 2023, tuttavia, non è stato lasciato cadere. Finora hanno depositato i bilanci dell’anno passato novanta aziende su cento di quelle che era stato possibile censire l’anno prima, per cui qualche indicazione non marginale è comunque fattibile.
I ricavi aggregati delle novanta l’anno passato sono cresciuti del 10,8 per cento, a 705 milioni di euro, mentre il margine operativo lordo – l’indicatore che esprime la redditività industriale, prima delle poste di natura finanziaria – in rapporto ai ricavi è cresciuto dal 14,3 al 14,7 per cento.
Dati buoni, che mostrano dunque non soltanto la capacità di espandere il fatturato, ma anche quella di conservare la redditività in un anno, il 2023, che in Italia ha visto il Pil rallentare la corsa in misura notevole rispetto al periodo post Covid.
Un buon punto di partenza anche per questo 2024, anche se le incertezze del contesto geopolitico internazionale e le difficoltà del nostro primo mercato di esportazione, la Germania, non potranno non avere ripercussioni anche sulle imprese del Medio Friuli, come hanno raccontato ieri alcuni degli imprenditori saliti sul palco a Villa Manin.
Come abbiamo visto, le tre aziende più grandi che hanno superato i criteri di selezione previsti per entrare nella graduatoria sono la società di ingegneria Icop, di Basiliano, la Rhoss di Codroipo, che produce soluzioni per la climatizzazione e il trattamento dell’aria, la Pre System di Sedegliano, specializzata nella fabbricazione di strutture in cemento armato e oggi impegnata nella realizzazione dei nuovi impianti sportivi del Bosco dello Sport, a Venezia.
Chiunque conosca il Medio Friuli sa che si tratta di un territorio con una forte tradizione agricola e che, da sempre l’industria, è caratterizzata dalla presenza di molte imprese medio piccole. Un dato salta all’occhio: negli undici Comuni del territorio considerato, le società di capitali sono appena 362, una densità largamente inferiore rispetto a zone più industrializzate del Friuli.
C’è, però, una grande eccezione: il gruppo Biofarma di Mereto di Tomba, che produce in conto terzi integratori alimentari, dispositivi medici, farmaci a base di probiotici e cosmetici. Con il suo fatturato di 436 milioni (praticamente un terzo dei ricavi aggregati di tutte le 362 società di capitali dell’area) Biofarma rappresenta il vero colosso industriale del Medio Friuli.
Tuttavia, nella graduatoria delle imprese Best Performer, Biofarma non c’è. Il motivo è semplice: nonostante l’elevata redditività operativa e il rapidissimo tasso di sviluppo degli ultimi anni, l’azienda fondata e presieduta da Germano Scarpa e partecipata oggi dal fondo d’investimento Ardian, ha chiuso il bilancio 2022 – quello utilizzato per l’analisi – con una perdita netta, legata a una serie di ammortamenti straordinari che ha deciso di fare. E avere un utile di bilancio rappresenta uno dei criteri fondanti dell’analisi.
Al di là della graduatoria, proprio la strada della crescita è una delle sfide che tutte le imprese del Medio Friuli stanno affrontando in questo tempo.
Lo mostrano con chiarezza le scelte fatte da tutte le imprese più grandi. Se Biofarma ha scelto di farlo attraverso l’ingresso dei fondi d’investimento nell’azionariato, Rhoss è entrata nel gruppo svedese Nibe, che sta aprendo nuovi mercati e facendo investimenti, Cbs Est ha aperto anch’essa il capitale al fondo di private equity Arcadia, mentre la Icop si è quotata proprio quest’anno alla Borsa di Milano, sul segmento Euronext Growth, destinato alle imprese di taglia medio-piccola con dichiarate ambizioni di crescita.
Ecco: se qualcuno immagina che in questo bellissimo lembo di territorio dominato da un’agricoltura attenta e ordinata, con lo sfondo delle Prealpi Carniche e Giulie, il tempo dell’economia possa battere più lentamente che altrove, si sbaglia. Perché l’economia si sta già trasformando rapidamente.
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