La Tonutti cambia proprietà: tutte le quote al socio pugliese

REMANZACCO. La famiglia Tonutti esce definitivamente di scena. E con il suo passo indietro apre la strada al salvataggio dell’azienda. Ossia della storica società di macchine agricole che, da Remanzacco, in 150 anni di attività, era riuscita a sfondare sui mercati russo e americano. L’accordo, almeno nelle sue linee generali, è semplicissimo: Tonutti Group spa cederà il proprio 50 per cento di azioni all’altro socio, l’imprenditore tarantino Luigi Blasi. Lasciando così nelle sue sole mani le sorti e il futuro di Tonutti Wolagri spa e dei 120 dipendenti distribuiti tra lo stabilimento friulano e quello mantovano di Suzzara.
La decisione, sofferta, ma necessaria, è stata formalizzata da Carlo Tonutti e Luigi Blasi, da mesi ai ferri corti per una divergenza di vedute palesatasi subito dopo l’ingresso nella società del leader della B Group ed ex presidente del Taranto calcio, in un incontro tenuto lo scorso 8 settembre. Alla vigilia, cioè, dell’udienza che il successivo 15 settembre avrebbe visto i rispettivi legali presentarsi davanti al tribunale di Udine, per iniziare la discussione dell’istanza di fallimento presentata in luglio dal procuratore facente funzioni Raffaele Tito. Una corsa contro il tempo, dunque, finalizzata a scongiurare l’epilogo fallimentare e convincere i magistrati a considerare piuttosto la proposta di concordato preventivo nel frattempo elaborata dalla società. La domanda per l’accesso alla procedura è stata depositata venerdì e l’udienza nella quale il collegio scioglierà le riserve è fissata per il 3 novembre.
Le difficoltà finanziarie, per l’allora fiorente gruppo imprenditoriale friulano, erano esplose in tutta la loro gravità l’anno scorso. A rendere ancora più cupo l’orizzonte, a fine febbraio, era stato il rifiuto di Friulia a concedere all’azienda il finanziamento di 3 milioni di euro che le era stato chiesto per controbilanciare le carenze di liquidità. Le speranze erano state riposte allora nell’unione siglata il 28 febbraio con Blasi e il suo Progroup, pure specializzato nel settore delle macchine agricole con i marchi Bargam, Projet, Oma, Rimeco, Agricom, Protek, ed entrato nella Tonutti Wolagri spa con un’iniezione di denaro in cambio della metà delle quote societarie.
È una nota a firma della stessa spa a ricordare le tappe dell’autentico braccio di ferro e dello stallo decisionale che seguì al “matrimonio” e che portò alla messa in liquidazione dell’azienda. «L’ingresso di un nuovo socio al fianco della famiglia Tonutti - si legge - aveva reso evidente la necessità di una sostanziale riorganizzazione dell’assetto aziendale, sulla quale, tuttavia, l’assemblea dei soci non era riuscita a esprimere una visione condivisa». Da qui, alla luce anche delle ormai insanabili “baruffe” tra i due soci, la decisione dell’Organo amministrativo di porre in scioglimento la società. Era il 1° luglio. Poco più di un mese prima, una lettera anonima contenente una pallottola era stata recapitata alla Tonutti e, qualche giorno dopo, una bomba carta era stata fatta esplodere davanti alla sede di Remanzacco. «In nessun modo - precisa a questo proposito l’azienda - gli accadimenti criminosi hanno determinato o concorso a determinare l’attuale stato di crisi della società». Sui casi, peraltro, sono ancora in corso le indagini dei carabinieri del Ros di Udine e la Procura ha già iscritto una persona sul registro degli indagati per un’ipotesi di estorsione.
È su tale scenario che si colloca il confronto che ha portato all’accordo di inizio mese. La fase negoziale è stata curata dagli avvocati Roberto e Fabrizio Paviotti e dal commercialista Marco Pezzetta, per il gruppo Tonutti, e dall’avvocato Davide Milan e il dottor Francesco Cavallo, di Padova, per Blasi. «Bargam spa si è impegnata a pianificare e attuare un piano di ristrutturazione e risanamento dell’impresa - dichiara la società -, mentre Tonutti cederà, già nei prossimi mesi, la propria partecipazione.
Il nuovo management sta mettendo a punto un piano industriale che, ove attuato, dovrebbe consentire l’avvio di nuovi investimenti e, quindi, il salvataggio dell’azienda». Per disporre del tempo necessario a sottoporre a dipendenti, fornitori e banche il piano di ristrutturazione, intanto, la società ha consegnato ai giudici la propria proposta di concordato preventivo. «Già dalla prossima settimana - continua la nota -, saranno avviati i contatti con tutti i soggetti interessati, per condividere, nella massima trasparenza, un attuabile percorso di risanamento. È un progetto ambizioso - conclude -, che mira a salvaguardare gli storici complessi produttivi e per la cui riuscita servirà il supporto di tutti. Senza il loro sostegno, non ci saranno alternative alla chiusura dell’attività».
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