La testimonianza: «Quei fuochi nella stiva»

Il titolare dell'azienda di autotrasporto: potrebbero averli accesi i clandestini per scaldarsi

SESTO AL REGHENA. All’ipotesi di un corto circuito o di un problema a un tir frigorifero crede poco. Perché Simone Gruarin, titolare a Sesto al Reghena, in via Zara, dell’omonima azienda di autotrasporto («dal 1985, prima di me c’era mio padre che la fondò nel ’48»), di viaggi nei traghetti ne ha fatti. «La nave di cui parliamo è del 2009, recente per avere certi problemi. Quanto al carico, dalle notizie che arrivano è difficile immaginare una situazione anomala rispetto a quello che avviene giornalmente. Per me è andata diversamente».

La tesi che Gruarin si è fatto è diversa: «Non escluderei che qualche clandestino abbia acceso un fuoco per scaldarsi». Il problema delle aziende di autotrasporto che fanno la spola tra la Grecia o l’Albania e l’Italia è proropio quello dei viaggiatori abusivi. «Sono tantissimi, si intrufolano nei camion e spesso fanno danni per riuscire a salire. Danni di cui magari ci accorgiamo dopo. Abbiamo avuto molti casi e questo capita un po’ a tutti quelli che compiono certe rotte» spiega l’imprenditore.

Gruarin si occupa di trasporti internazioni per lo più di merce alimentare. Dalla Grecia Zoran stava portando peperoni. «Ai miei autisti – prosegue l’imprenditore di Sesto – dico sempre, quando possibile, di imbarcarsi presto, di non lasciare il camion incustodito in porto proprio per evitare di trovare danni ai mezzi e alla merce». Una rotta per la speranza, quindi, che l’altra notte è diventato l’ultimo drammatico viaggio per una decina di personale almeno.

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