La storica festa del vino ridotta dalla burocrazia a un “ritrovo” tra amici

A Ramuscello la 72ª edizione nemmeno pubblicizzata La Pro: «L’impegno è tanto, ci vorrebbero più persone»



Alla 72ª edizione, la Sagra del vino di Ramuscello, una delle più longeve quanto partecipate manifestazioni paesane del Friuli occidentale, si è trasformata nella Festa del vino, ridimensionandosi a tre giorni e con una promozione ridotta quasi a zero. Insomma, quella andata in scena lo scorso fine settimana, all’insaputa di molti degli “affezionati” esterni al paese, è stata una festa dedicata per lo più alla sola frazione di Sesto al Reghena, rinunciando agli ormai tradizionali otto giorni carichi di appuntamenti in due settimane.

Perché? Due le ragioni: da una parte la normativa fattasi più stringente sulle manifestazioni, dall’altra la necessità di forze fresche alla Pro Ramuscello. Da venerdì scorso a domenica, nel centro polifunzionale di Ramuscello, sono stati organizzati una serata per i giovani, la cena di San Giuseppe, cerimonie per il 55° dell’Avis e processione dedicata al santo con la filarmonica locale. Buona l’affluenza, ma non certo ai livelli che si raggiungevano sino all’anno scorso, quando la manifestazione veniva organizzata sotto a un enorme tendone riscaldato. C’erano concerti, serate a tema, menù variegati, enoteca e altri chioschi e la classica pesca di beneficenza. Inoltre, si aggiungevano ogni anno eventi particolari, come gare di motocross.

Che fine ha fatto tutto ciò? «Quest’anno siamo praticamente tornati alle origini, quando la sagra era strettamente paesana – ha detto il presidente della Pro Ramuscello, Stephen Odorico –. Una festa tra amici, comunque significativa per la comunità. Non abbiamo neppure diffuso volantini. Sì, un po’ sono le norme, soprattutto su sicurezza e antincendio: tutelarsi per una manifestazione diventa un grande impegno. Ma serve anche uno sforzo organizzativo. Le sagre sono ormai quasi delle aziende e richiedono mesi impegnativi di lavoro e tempo, che non tutti hanno. Stiamo cercando di coinvolgere nella Pro loco nuove persone, in particolare giovani, perché queste tradizioni non si perdano».

La Pro conta un direttivo di 15 componenti, più altri esterni. Ma non sempre si può contare su tutti.

L’obiettivo è tornare il prossimo anno con la 73ª edizione: si vedrà se con una “festa” come quest’anno o tornando alla grande “sagra”. —



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