La storia di Longeriaco nel libro di Miotti

Un Friuli allo specchio tra passato e presente. Un Friuli raccontato, descritto, analizzato e anche disapprovato partendo da Longeriaco, piccolo e mitico paese che non c’è più. Era un villaggio,...
Di Silvano Bertossi

Un Friuli allo specchio tra passato e presente. Un Friuli raccontato, descritto, analizzato e anche disapprovato partendo da Longeriaco, piccolo e mitico paese che non c’è più. Era un villaggio, nominato nel 1280, e poi abbandonato, come racconta la leggenda, nel secolo XVI a causa di un incendio. “Longeriaco, la collina dei fiordalisi” è il titolo di un libro - autore Bruno Miotti, sociologo, che è stato sindaco di Magnano in Riviera, presidente della Comunità montana Valli del Torre e, per oltre trent’anni, dirigente della Provincia di Udine - che è stato presentato, a Udine, nella Sala convegni della Fondazione Crup.

È stato il presidente dell’istituzione bancaria, Lionello D’Agostini, ad aprire i lavori sostenendo che, con il diluvio di libri che si sta registrando un po’ dappertutto, questo di Miotti è particolare, con radici nel passato, ricco di suggestioni e intermezzi ed è attualissimo perché è un lavoro di impegno sociale con spunti e indirizzi per fare qualche riflessione sul Friuli. È stato poi il professor Gianfranco Ellero, storico friulano, a sottolineare che la narrazione di Miotti rimbalza tra ieri e oggi ed è composta da flash di storia, cronaca, critica politica, indagine sociologica e denunce di mancato rinnovamento. «I friulani – ha detto Ellero – hanno perduto la guerra del dopo-ricostruzione. Si sono appiattiti e, come direbbe Pasolini, omologati». Precisa, dettagliata e documentata la relazione di Giuseppe Longo, giornalista del “Messaggero Veneto”, il quale, dopo aver esordito sostenendo che certi passaggi del libro sono per addetti ai lavori, ha puntualizzato che Longeriaco è solo un luogo, un pretesto, per poi parlare del Friuli in generale. «Un mondo – ha detto – , quello della prima repubblica, con molti difetti, ma anche con molti pregi. È avvenuto, dopo il crollo della civiltà contadina, l’imborghesimento e la politica è diventata autoreferenziale. La genesi della storia della nostra terra è trattata con molto scrupolo».

Il presidente della Provincia, Pietro Fontanini, ha quindi specificato che solo nella nostra regione è in atto l’abolizione delle Province perdendo così un riferimento amministrativo e politico. «Qualcuno – ha detto Fontanini – sta facendo esperimenti istituzionali. Miotti, invece, nella sua analisi politica parla del periodo della ricostruzione come elemento di orgoglio». È intervenuto infine Paride Cargnelutti, vicepresidente del Consiglio regionale, ricordando che nella prima repubblica c’era la scuola di partito e quindi chi si metteva in politica entrava preparato e in grado di affrontare le sfide.

L’autore Miotti, a proposito di prospettive e sfide, ha affermato che c’è debolezza nella rappresentanza. «Il Friuli – ha sostenuto – deve difendere in tutti i modi la propria autonomia. Bisogna tornare a discutere». Il libro è insomma una metafora di quanto è andato perduto o si va perdendo, se non è già definitivamente perso. Sarà presentato sabato, alle 17.15, anche nella sala parrocchiale di Magnano.

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