La storia dei bambini di Bullenhuser Damm al Museo del territorio

san daniele

La tragedia dell’Olocausto, i crudeli e inumani esperimenti compiuti ad Auschwitz dal famigerato dottor Mengele sono, purtroppo, ben noti, ma c’è una terribile vicenda che è rimasta lungamente sconosciuta e che ancora oggi è poco nota ai più: la storia dei bambini di Bullenhuser Damm. Una storia che lo Scriptorium Foroiuliense di San Daniele, l’associazione Italia-Israele del Friuli, l’Isis Manzini di San Daniele, con il sostegno della Regione e il patrocinio del Comune, hanno deciso di ricordare con una conferenza-dibattito a cura di Giorgio Linda, presidente dell’associazione Italia-Israele, che si terrà venerdì alle 18.30 nella sala multimediale del Museo del territorio di San Daniele. Durante l’incontro sarà anche trasmesso il videomessaggio di saluto dell’ambasciatore d’Israele in Italia, Dror Eydar. La conferenza sarà preceduta la mattina da due analoghe conferenze riservate, in due turni, a 150 studenti del Manzini. E lo stesso giorno nella sala multimediale del Museo del territorio, sarà inaugurata una connessa mostra fotografica che rimarrà aperta fino al 28 febbraio.

«Quello dei bambini di Bullenhuser Damm – anticipa Giorgio Linda – è uno degli episodi più efferati che si ricordino, ma di cui si ha conoscenza solo da quando il giornalista tedesco Günther Schwarberg riuscì a portarlo alla luce nel 1978. La tragica storia riguarda venti bambini ebrei, fra i cinque e dodici anni, dieci maschi e dieci femmine, che furono “prestati” da Mengele al suo amico pneumologo Kurt Heißmeyer che li usò come cavie nel campo di concentramento di Neuengamme vicino ad Amburgo per folli esperimenti medici, quali l’immissione nei polmoni, attraverso sonde, di bacilli tubercolotici vivi o l’asportazione di ghiandole linfatiche. Il 20 aprile 1945 i venti bambini, fra i quali l’ebreo italiano Sergio De Simone, furono uccisi insieme a quattro prigionieri che li avevano assistiti durante la prigionia, venendo addormentati con la morfina e impiccati nelle cantine della scuola di Bullenhuser Damm ad Amburgo, dove, finita la guerra, l’attività scolastica riprese senza che nessuno facesse cenno a quanto accaduto. Racconteremo questa vicenda che non va dimenticata», conclude Linda. Il presidente dello Scriptorium Foroiuliense, Roberto Giurano, sottolinea l’urgenza etica e morale di tenere viva la memoria su quanto accaduto durante il nazifascismo e, in particolare, sulla tragica vicenda dei bambini di Bullenhuser Damm. —

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