La stazione dimenticata: «Solo cinque posti a sedere»

La sala d’aspetto resta inagibile, i viaggiatori si accomodano solo nell’atrio I comitati: «Sembra abbandonata, eppure transitano 2.500 persone al giorno»
Chiara Benotti

sacile

Cinque posti a sedere nell’atrio della stazione ferroviaria: per assicurare le distanze sociali anti Covid sono ridotti gli spazi per il comfort dei pendolari e viaggiatori.

La sala d’aspetto è chiusa da anni. «Prima dell’emergenza sanitaria erano circa 2.500 i passeggeri che transitavano ogni giorni dalla stazione a Sacile – ricorda Gianfranco Zuzzi, ex consigliere comunale –. Tanta gente si siede sulla panchina esterna in piazzale Libertà, oppure in un parchetto di fronte: non si capisce come mai la sala d’attesa sia sempre chiusa».

I pendolari sono diminuiti di qualche decina dopo i lockdown ma con l’avvio dell’anno scolastico, domani, torneranno oltre mille studenti iscritti nelle superiori di Sacile e Brugnera, in arrivo in treno o in autobus dal Veneto, dalla Pedemontana e da Pordenone.

La stazione ferroviaria a Sacile è inserita nel piano di restyling 2021-22 condiviso da Rfi e Regione: gli interventi per bloccare il degrado dell’immobile saranno in cantiere fra un anno. «Il progetto prevede l’innalzamento a 55 centimetri dei marciapiedi – ha precisato Ferrovie Fvg –, il rifacimento delle pensiline e due nuovi sottopassi. Nel 2019 la stazione è inserita nel circuito di assistenza rivolto a viaggiatori disabili».

In attesa del restyling anche Vannia Gava, sottosegretario alla Transizione ecologica, aveva segnalato il caso a Roma, nel 2020. «Sacile è uno scalo importante sulla direttrice Udine-Venezia e capolinea della tratta per Maniago – scriveva Gava nell’interrogazione –. Ma l’edificio rivela il disinteresse di Rfi. L’immobile rientra nel progetto “500 stazioni” lanciato tre anni fa: dei lavori preventivati nel 2017 non c’è ombra. Il degrado avanza e da settimane i disagi degli utenti sono più pesanti».

I lavori di imbiancatura e manutenzione ordinaria sono stati aperti e chiusi due mesi fa, da imbianchini e operai di Ferrovie all’opera per sistemare la facciata e alcune pensiline. «A breve speriamo che si proceda a un controllo di Ferrovie da Roma», invocaca Zuzzi.

Segnalazioni a partire dalla sala di attesa dove non si entra nemmeno con il biglietto di prima classe. «Il lucchetto a doppia mandata vieta l’accesso – indica l’ex consigliere comunale –. Visibile a tutti è lo spreco: alcuni studenti pendolari guardano dentro al salone e provano inutilmente a entrare. Con i primi freddi, dove troveranno spazi a sedere in attesa delle coincidenze dei treni, visto che all’ingresso ci sono soltanto cinque sedute a disposizione?» .

L’immobile andrebbe ristrutturato. «La meraviglia nasce sul silenzio del Comune». Pierluigi Poletto del comitato sottopasso di via Bertolissi dice di più. «Lo snodo ferroviario è importante sulle linee Venezia-Udine e Pedemontana-Bassa – valuta Poletto –. Ma sembra una stazione dimenticata». —



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