La star friulana di “Violetta”: «Ora debutto nella canzone» LE FOTO

Lodovica Comello, l’interprete di Francesca nella sitcom per teenagers è a casa a San Daniele. A Buenos Aires ha registrato 80 puntate. Presto il musical anche in Europa
San Daniele 11 giugno 2013 violetta disney Copyright Petrussi press Turco
San Daniele 11 giugno 2013 violetta disney Copyright Petrussi press Turco

SAN DANIELE. Le vie di Buenos Aires pullulano di gente indaffarata. Da un pullman in sosta si abbassa un finestrino. L’autista: «Scusa, puoi salutarli? Stanno diventando insopportabili …». Volto schiacciato sul vetro dell’autobus, decine di bambini si abbandonano a urla e gesti di saluto. Alitano il proprio entusiasmo sul finestrino sognando un suo cenno, un sorriso, anche solo uno sguardo.

Lei, la giovane passante, per loro è un idolo. Risponde al nome di Francesca nella serie piú amata dai teenagers - Violetta, in onda ogni sera alle 20.10 su Disney Channel –, a quello di Lodovica Comello, 23enne di San Daniele, nella realtà. Essere fermata per strada in cerca di un autografo, una stretta di mano o una posa davanti all’ennesimo smartphone, è ormai cosa naturale. Lo è in Argentina, dov’è sbarcata un paio d’anni fa per girare la prima serie del seguito teen-movie. Lo è in Friuli, dove la giovane attrice è rientrata sabato per un veloce quanto necessario tuffo in famiglia prima dei tanti impegni estivi. Un passaggio da casa di cui abbiamo approfittato per farci raccontare come Violetta le ha cambiato la vita.

All’appuntamento, ieri mattina in piazza a San Daniele, “Lodo” si presenta puntuale. Sneakers borchiate, pantaloni neri e giubbotto di jeans infilato sopra una t-shirt. La mise di una ventenne come tante, che esce di casa in fretta, senza tergiversare troppo davanti allo specchio.

Alla freschezza del suo viso, d’altronde, non servono trucchi. Il sorriso conquista. Idem quel suo gesticolare che accompagna l’eloquio svelto, condito di qualche “spagnoleria” e –, ma solo con papà e mamma – con un po’ di marilenghe. Venendoci incontro la fermano in tanti. Lei si fa abbracciare, ha una parola gentile pronta per ognuno. I suoi oltre 200 mila followers su Twitter, qui, non contano piú nulla. Si sente bene nei panni di “Lodo”, la figlia di Anna e Paolo (noti commercianti del paese), anche se a ogni passo c’è chi la riporta alla sua grande avventura. Per strada è tutto un fermarla. «Sei tornata?». «Ti guardiamo sempre…». «Siamo orgogliosi di te». «Continua cosí». Iniezioni di stima e fiducia che vanno a rafforzare inclinazioni di lunga data. Specie musicali… Parola di Lodovica.

Il tuo amore per lo spettacolo risale all’infanzia…

Ho iniziato con la danza a sette anni alla scuola di Lucia Mos, poi a otto ho imbracciato la chitarra, prima quella classica, poi quella elettrica, per arrivare infine al canto che è il mio grande amore.

Cosa ti dà la musica?

Mi coccola, mi fa stare bene, quando canto mi sento protetta, tranquilla.

Tu componi. C’è qualcosa nel cassetto?

Sí, c’è e spero di poterlo rendere pubblico un giorno non troppo lontano.

Qualcuno l’ha sentito?

Grazie al mio manager, l’estate scorsa a Milano c’è stato un primo approccio con il mondo discografico. Le cose che abbiamo proposto sono piaciute.

C’è già qualcosa di concreto?

Sí e no. Diciamo che sto aspettando di finire con Violetta e che certamente sentirete ancora parlare di me, al di là della serie…

A proposito di Violetta…

Adesso stanno passando le prime 20 puntate, poi vi lasceremo con “l’acquolina in bocca” fino al “back to school” quando la programmazione riprenderà fino a gennaio, febbraio. Le puntate in tutto sono 80.

Ci sarà una terza serie?

Voci di corridoio ne parlano, ma di confermato non c’è nulla.

Finite le riprese, quali sono i programmi a breve termine? Nell’immediato un po’ di promozione. Prima a Madrid, poi a Milano, quindi il debutto dello spettacolo dal vivo di Violetta che ci terrà due mesi e mezzo fissi a Buenos Aires al Gran Rex, un teatro grande e prestigioso, poi gireremo l’America latina e forse – speriamo - l’Europa.

Meglio il ciack o il palcoscenico?

Non c’è nulla come il palcoscenico. Avere il feedback del pubblico in diretta è molto appagante. Per me poi è più facile, sarà che sono abituata da piccola a esibirmi. Mentre la telecamera hai dovuto “addomesticarla”…

Ci sono voluti quasi due mesi di training prima di girare la puntata numero 0. Abituata all’esagerazione del teatro, i registi mi hanno dovuto ridimensionare.

La tua giornata tipo?

Sveglia alle 6 di mattina, colazione e alle 7 partenza per gli studi che sono a circa un’ora da dove vivo. Arrivati (dopo una lunga seduta di trucco e parrucco che la ripiomba, agli occhi dei piccoli spettatori, nei panni di una teenager) iniziamo le riprese. Durano circa 10 ore al giorno con una pausa pranzo di 45 minuti. La sera poi rientro e studio il copione del giorno dopo.

La mancanza di casa si fa sentire?

Quest’anno piú che mai. Conoscendo già tutti, la città e i suoi ritmi, ho avuto più tempo per pensare e mi è capitato di avere dei momenti di abbattimento.

Fortuna che basta accedere a Skype per vedere e sentire mamma e papà. Chi è piú apprensivo?

Mamma. Anche a distanza controlla la mia routine e verifica che non mi manchi nulla. Prosciutto (di San Daniele naturalmente) compreso. Non posso farne a meno, tanto che una volta me l’hanno addirittura spedito, affettato, in vaschette. In questi giorni ho intenzione di rifarmi.

Menú?

Fettine rosa in quantità, tanta pasta e caffè che mi costeranno qualche chilo in piú e il pericolo di un bonario rimprovero dei costumisti al mio rientro in Argentina… Correrò il rischio!

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