La sorella: «Non colpevolizziamo nessuno»

Il messaggio sul web. L’ex compagna: «Ti rivedrò guardando gli occhi della nostra bimba»
FOTO MISSINATO - TESTINA
FOTO MISSINATO - TESTINA

PORCIA

Da chi condanna chi lavora in nero e chi fa lavorare senza garanzie, a chi chiede un silenzio rispettoso del dolore di una famiglia, a chi esprime vicinanza: sono tanti i commenti che scorrono sul web in queste ore che separano dalla tragedia consumatasi sabato mattina a Palse di Porcia, dove il 31enne Alex Santarossa ha preso la vita folgorato dai cavi dell’alta tensione, e dove l’amico di sempre, il 34enne Massimiliano Segato, imprenditore nella manutenzione del verde, ha fatto di tutto per mantenerlo in vita.

Con il nik name Gino55 qualcuno scrive in un sito locale: «Comunque condoglianze alla famiglia per una tragedia che si poteva evitare. Spero che altri occasionali lavoratori in prossimità della linea alta tensione se ne guardino da effettuare lavori in condizioni di inesistente sicurezza»; gli fanno eco altri tra cui Figereido, che punta il dito:«Naturalmente l’operaio lavorava in nero per arrotondare, ora nessuna assicurazione coprirà la sua morte e il titolare della ditta si beccherà una bella denuncia e dovrà pagare i danni alla famiglia. Perderà l’impresa e la casa, perché di fronte ai danni non si guarda in faccia a nessuno».

E come loro altri, perché a quanto pare è così che chi non ha titolo ad indagare commenta le tragedie umane nell’era del web, immortalandole in dei post per lo più anonimi all’interno di una catena di Sant’Antonio alla quale è difficile dare il beneficio dell’utilità. Nel web ci sono anche però i commenti degli amici e dei colleghi dei familiari, come pure quello scritto alle 20 di domenica sera da Milena, ex compagna di Alex e mamma della bimba che era stata affidata al padre. «Alex ti prometto che a nostra figlia gli ricorderò sempre che grande padre tu eri, so che da lassù ci proteggerai tutti, grazie di avermi regalato 5 anni della tua vita che rivedrò e ricorderò guardando gli occhi di Ilary. Ti voglio bene».

Alla fine per tutti ieri ha scritto anche Deborah, la sorella della vittima, che ha fatto sapere che per Massimiliano Segato non ci sono né condanne né giudizi: «Io penso che giudichiamo e commentiamo sulle parole di un giornale – si legge nel suo post –. Vi chiedo prima di esprimere parole di rabbia e colpevolizzare, di pensare a chi si sente in colpa per aver aiutato invano di rianimare un caro amico e a una famiglia che si spezza con la grande difficoltà di dover dire a sua figlia che il “suo amore panino” non ce più».

Milena Bidinost

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