La Serbia delle contraddizioni narrata da Ksenija Martinovic

UNIVERSITA DI UDINE. Una performance che nulla ha da invidiare ai grandi del teatro per la giovane interprete cresciuta fra Serbia ed Italia, un monologo coinvolgente ed evocativo andato in scena da lunedì 16 a domenica 22 novembre nella sala piccola del Teatro San Giorgio, scelta volta a valorizzare la dimensione personale ed introspettiva del diario. La rappresentazione è basata sull'omonimo romanzo della scrittrice belgradese Mjriana Mojsilovic che racconta tramite gli occhi di Angelka il cruento passaggio dalla Jugoslavia di Tito -dipinta come un paese troppo bello per essere distrutto- ai tempi moderni passando per il nazionalismo ed i bombardamenti americani, senza che un giudizio politico rubi la scena ai sogni infranti di una ragazza costretta a diventare adulta troppo presto. Una scenografia scarna, con pochi oggetti simbolici come il fazzoletto rosso dei giovani pionieri titini o i giornali serbi dove al tempo di Milosevic si leggevano gli ultimi risvolti politici e si scorrevano i nomi dei caduti. Al resto ci ha pensato Ksenija che grazie ad una sorprendente duttilità ha saputo esprimere odio, gioia, dolore, speranze e rassegnazione trasportando i presenti direttamente dentro la vicenda, trasformando la saletta del CSS nelle strade di Belgrado.
Giovedì sera, dopo la quarta replica si è tenuto un incontro con Ksenija, la regista dello spettacolo Fiona Sansone e l'autrice del romanzo. Mjriana Mojsilovic ha specificato che il percorso della casalinga è una grande metafora della Serbia, delle sue cadute e dei suoi momenti migliori.
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