La seconda vita di Giovanni Del Frate, medico in Africa

UDINE. Giovanni Del Frate è volato da San Daniele del Friuli a Freetown, capitale della Sierra Leone, per intervenire nel Princess Christian Maternity Hospital (Pcmh), la più importante maternità del Paese, in cui Medici con l’Africa Cuamm ha cominciato a operare a marzo proprio grazie al dottor Del Frate. Ex primario di ostetricia e ginecologia dell’Ospedale Sant’Antonio di San Daniele del Friuli, Giovanni Del Frate è a Freetown per mettere le sue conoscenze al servizio delle esigenze del sistema sanitario locale, nella delicata fase del post-Ebola, on l’obiettivo di combattere contro la mortalità materna e neonatale. «L’accoglienza ricevuta da parte del personale locale è stata positiva - racconta Giovanni Del Frate -, e questo è importante. Ci sono aspetti tecnici su cui lavorare e criticità da risolvere al più presto - aggiunge -. In ospedale stanno ristrutturando la sala parto, la sala operatoria e la clinica ante-natale. I lavori, che non dipendono dal Cuamm, sono in fase avanzata, ma è urgente accelerare i tempi, perché fino a quando questi spazi non saranno agibili non si potrà cominciare davvero a organizzare bene il lavoro. Per il momento mancano tutti gli strumenti: ecografi, letti da parto, lettino da sala operatoria. Abbiamo forbici che non tagliano e pinze che non stringono. Per un cesareo in Europa si usano trenta strumenti: qui ne abbiamo a disposizione cinque, tutti malridotti».
«In Sierra Leone - spiega - dal 2010 per legge è obbligatorio offrire cure gratuite a tutte le madri e ai bambini al di sotto dei cinque anni, ma spesso nei fatti queste indicazioni non vengono messe in pratica. È triste, ma spesso sembra che sia i medici che i pazienti non siano veramente convinti che la salute sia un diritto, non solo un privilegio dei pochi che la possono pagare. Qui al Princess Christian Maternity Hospital il ricovero per le donne e per i bambini è gratuito, ma è una conquista non scontata, per niente banale. Per cambiare questa mentalità, per il bene di tutti, le prediche qui non funzionano, bisogna intervenire con i fatti, con l’esempio». Del Frate guarda con fiducia ai giovani medici «nati qui che conoscono le esigenze del loro ospedale ma che sanno che ci sono altri modi di lavorare e sono interessati a conoscerli. Con loro si può ragionare su un nuovo modo di intendere la sanità, di impostare il nostro lavoro: garantire cure gratuite, ma tempestive ed efficaci».
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