La scommessa del DiTeDi sull’Information technology

A Tavagnacco un centinaio di aziende si riunisce nel distretto digitale, settore che non conosce crisi Una piccola Silicon Valley dove si propongono soluzioni hardware e software per tutti i comparti

TAVAGNACCO. È uno dei settori che sta affrontando meglio il periodo di crisi, potendo contare su straordinarie possibilità di sviluppo. Anche in Friuli Venezia Giulia, le aziende che si sono specializzate in green economy e Ict (Information & Communication Technology) si stanno attrezzando per riuscire ad accontentare le richieste di un mercato in continua espansione a livello internazionale. Per sostenerle in questo percorso di sviluppo, un centinaio di queste aziende si è associata al DiTeDi, il Distretto delle Tecnologie Digitali di Tavagnacco.

Lo sviluppo del DiTeDi

Una realtà nata nel 2009, con il supporto dei comuni di Reana del Rojale e Udine, che sta intensificando la propria attività negli ultimi mesi, riuscendo ad affiliare un numero sempre maggiore di aziende. Il merito è soprattutto del lavoro capillare messo a punto dal nuovo project manager, Simone Puksic.

«L’ambito in cui si trova a operare il DiTeDi – afferma – dimostra di resistere meglio alla crisi rispetto ad altri comparti. E questo si ripercuote positivamente anche sull’attività del Distretto, che negli ultimi mesi ha raccolto l’adesione di 55 nuove aziende. Fino ad oggi – aggiunge – vanno per la maggiore quelle imprese che operano nell’ambito dei dispositivi mobili, del web marketing, dell’e-commerce e della cloud computing».

Tutti settori che stanno avendo uno straordinario sviluppo grazie alla diffusione popolare delle tecnologie 2.0. «La maggior parte delle aziende che si sono affiliate al Distretto – spiega Puksic – hanno sede nel territorio di Tavagnacco e Udine, ma ce ne sono alcune anche di Reana. Il nostro obiettivo è creare un network il più ampio possibile, potendo così rispondere a 360 gradi alle esigenze che arrivano dal mercato. Perciò diamo la possibilità di aderire al DiTeDi alle aziende di tutto il Fvg». Per ora, il bacino di utenza del Distretto è di 615 aziende tra Udine, Tavagnacco e Reana, per un totale di 2.250 addetti.

Gli ambiti di intervento

Le attività del Distretto riguardano essenzialmente le infrastrutture, le imprese e i servizi. Del primo punto si occupano le istituzioni del DiTeDi, che programmano la pianificazione territoriale, lo sviluppo delle infrastrutture, nonché le attività di miglioramento delle condizioni ambientali, paesaggistiche e naturalistiche del territorio. In questo ambito rientra la realizzazione del progetto “banda larga” (una trentina di chilometri di infrastrutture di telecomunicazioni ad alta velocità e capacità tra Tavagnacco, Udine e Reana).

Per quanto concerne le imprese, il Distretto promuove l’aggregazione tra le aziende dando vita a progetti di cooperazione e rafforzamento competitivo (progetto Demo Center) nonché centri di competenza (come quello relativo all’Open Source). Il terzo ambito di intervento si focalizza sulla promozione della cultura del Distretto attraverso azioni di marketing territoriale, attività di alta formazione, aggiornamento e internazionalizzazione.

I benefici per le aziende

«Il più grande vantaggio per le imprese affiliate – precisa Puksic – è la visibilità data dal Distretto. Spesso infatti, si tratta di aziende con meno di 10 addetti e con un fatturato inferiore ai 10 milioni di euro, poco conosciute sul territorio a causa della loro elevata specializzazione. Il nostro compito è anche quello di portare a conoscenza di terzi le eccellenze di queste attività produttive, senza favoritismi. Ci limitiamo a mettere in contatto tra loro le aziende, che spesso possono trarre benefici l’una dall’altra. In questo senso – continua – si inserisce l’imminente pubblicazione del catalogo con le informazioni e i dati relativi ai nostri affiliati».

Una piccola Silicon Valley

L’aspirazione di Puksic, ma anche quella del presidente del Distretto, Mario Pezzetta (il suo vice è Roberto Siagri), è riuscire a poter raggiungere la soglia di 150 aziende aderenti in modo da creare una piccola Silicon Valley specializzata nell’Ict e nella green economy, dove poter trovare soluzioni hardware e software per questo settore. Prima di arrivare a questo punto però, serve una formazione efficace degli operatori del settore.

Per questo il DiTeDi si occupa anche di costruzione di una cultura digitale: «Abbiamo un ricco calendario che abbraccia due tematiche principali – informa il project manager Puksic – gli aspetti legali legati alle nuove tecnologie per evitare spiacevoli inconvenienti, e la parte dei work-shop tecnici rivolti ai professionisti e ai tecnici del settore. Accanto a ciò, continuiamo con la messa in rete e con l’internazionalizzazione delle imprese».

Il vento cambia

Che il vento stia cambiando per il DiTeDi lo si capisce dalla chiosa di Puksic: «Se fino a 10 mesi fa ero io che bussavo alle porte delle imprese – conclude – oggi sono le imprese che ci cercano per entrare nel Distretto e mettersi in rete».

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