La scalata milanese di Silvia Castellari Avvocato al vertice dello studio Accolla
«Frequentavo l’università negli anni di Tangentopoli, del pool di Mani pulite. Ore e ore di telegiornali e trasmissioni su questo: non potevo non appassionarmi di diritto penale “bianco”». Ed ora, eccola qua, a capo, da pochi giorni, del dipartimento di diritto penale dello studio legale Accolla e associati di Milano.
Lei è Silvia Castellari, 47 anni, oggi avvocato a Milano, infanzia e adolescenza nel Pordenonese, un passato al liceo scientifico Grigoletti e la laurea alla facoltà di giurisprudenza di Padova. «Espletai il praticantato a Milano in quanto all’università conobbi quello che sarebbe diventato mio marito», originario di Milano e che già lavorava nel capoluogo lombardo. Silvia Castellari in questi giorni è stata citata da tutti i quotidiani economici e legali per avere “spiccato il volo”. Dal primo gennaio è entrata come socia nello studio Accolla e associati: «Guido insieme al managing partner Marco Accolla il dipartimento di diritto penale».
La professionista ha collaborato per vent’anni con lo studio legale Catalano: «Ricordo che appena finito il colloquio per cominciare il praticantato dovetti subito collaborare con lo studio che ha trattato, nel tempo, casi importantissimi come Costa Concordia, Parmalat, ma anche fascicoli relativi a importanti uomini politici ed ex ministri. È stata una enorme palestra professionale. Appena arrivata, mi fecero accomodare e, dopo il colloquio, mi dissero: “Ecco due faldoni relativi al processo a due prefetti per l’alluvione del Piemonte 1992. Studiali perché bisogna scrivere l’atto di appello”».
Durante l’università «vedevo in tv ciò che mi affascinava, il diritto penale dei “colletti bianchi”. Ora ci sono davvero dentro». Silvia Castellari, infatti, è specializzata in diritto penale bianco, societario e commerciale ed ha maturato una pluriennale esperienza anche nel settore dei reati contro la pubblica amministrazione. «Lo studio legale Accolla e associati aveva la necessità di rafforzare il dipartimento penale bianco. Mi ha contattato, proponendomi di diventare partner e ho deciso di cogliere questa sfida».
Il legame con Pordenone «non si è mai interrotto e non si interromperà. Sono cresciuta lì, ho bellissimi ricordi del liceo, a Pordenone ho ancora mamma e papà e alcuni amici, mia figlia (13 anni) passa lì sempre il mese di luglio con i nonni». —
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