La rinascita parte da Miljo e Bar Kras

Uno ha riaperto a marzo e l’altro lo ha fatto a giugno. Lo scorso anno il bar del Circolo Kras di Palchisce e il ristorante “da Miljo” di Devetachi sono rinati a breve distanza l’uno dall’altro. Sono loro il simbolo di chi crede che il Vallone può farcela ad invertire lo spopolamento. Il comune censuario conta ormai meno di 150 residenti, ma potenzialmente il numero dei clienti è enorme. La Ss55 è percorsa quotidianamente da migliaia di veicoli: bisogna solo trovare il modo di farli fermare. L’onda del rilancio è partita dal lato monfalconese con l’agriturismo Drejce ed è proseguita con il ristorante Pahor, ma piano piano sta risalendo verso Gorizia tanto che a Gabria c’è chi, come Edy Sambo, ha aperto un bed&breakfast. «Di turisti ce ne sono, ma bisogna lavorare con attenzione», spiega il titolare del “Vecchio glicine”. Mentre Sambo si affida ai siti di prenotazione online, da Miljo puntano tutto sul passaparola. Il locale, in realtà ha cambiato nome, si chiama Balcan Express e propone cucina serba, ma Jovica, il nuovo titolare, ha lasciato sulla facciata il vecchio nome, così per tutti rimane “da Miljo”. «Cerchiamo di fare il meglio possibile e si ferma gente di ogni genere, tutta gente bella», sottolinea l’imprenditore. Originario di Novi Sad, è ormai italiano, ma per lui la slivovica rimane sacra. «È fatta per ravvivare la gente», assicura con un sorriso.
Nato tre anni fa, il piccolo bar del Circolo Kras aveva chiuso dopo sei mesi, ma lo scorso anno Neva ha deciso di rilanciarlo. A segnalarlo, all’altezza della chiesa di Palchisce, c’è soltanto un cartello con la scritta bar accompagnata dal disegno di un cornetto e di un caffè. Il locale è caldo e accogliente, ogni tanto ospita concerti e raduni e quest’estate potrebbe proporre un evento all’aperto dedicato agli amanti dei cartoni animati. «Si lavora con la gente del paese, ma c’è anche qualcuno di passaggio», dice Neva. Dal momento che la cappella ungherese di Visintini si trova abbastanza vicina, potenzialmente il bar rappresenta il naturale punto di appoggio per le comitive magiare, invece i clienti ungheresi sono rari. «Vengono in pullman e se ne vanno», spiega la ragazza da dietro il bancone, notando però che mercoledì se ne sono fermati quattro. «Se si valorizza un luogo - osserva un cliente - poi lo si dovrebbe sostenere. Siamo a 300 metri dalla cappella e a 50 metri da dove fermano le corriere, forse si potrebbe fare qualcosa di più per aiutare chi lavora sul territorio». (s.b.)
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