La richiesta del Comune: più personale in casa di riposo

È una delle proposte formulate dal sindaco durante la commissione di ieri Altri due decessi nella struttura. Il figlio di un’ospite critica l’assistenza
Cividale 9 Ottobre 2020. Primo Consiglio Comunale Sindaco Bernardi. © Foto Petrussi
Cividale 9 Ottobre 2020. Primo Consiglio Comunale Sindaco Bernardi. © Foto Petrussi

/CIVIDALE.

Il sindaco Daniela Bernardi è pronta a sostenere con forza l’Asp Casa per anziani di Cividale, in piena bufera Covid, nella richiesta di accelerare i tempi di comunicazione degli esiti dei tamponi fatti a ospiti e personale – creando una sorta di corsia preferenziale – e di fornire quanto prima alla struttura i rinforzi di organico necessari, perché gli operatori, drasticamente ridotti dalle assenze provocate dal contagio, «sono allo stremo».

L’impegno è stato formalmente assunto nel corso della seduta della Commissione comunale per la salute tenutasi ieri sera e aperta alla partecipazione della presidente dell’Asp, Piera Beuzer, e della direttrice Nicoletta Tofani. Il quadro è critico – i decessi, ieri accresciutisi di due unità, si avvicinano alla cinquantina –, ma l’azienda, hanno ribadito i vertici, ha messo in atto tutte le procedure e i protocolli previsti, come certificato da una dettagliata relazione del dottor Zanatti, l’esperto Covid giunto da Milano per un monitoraggio.

«Casa, Distretto, AsuFc – ha precisato il sindaco, in quotidiano contatto con la presidente Beuzer – stanno lavorando in stretta sinergia. Ora è necessario organizzarsi per fare in modo che i parenti possano nuovamente incontrare, in sicurezza, i propri cari», ha concluso, facendosi portavoce delle istanze di tanti familiari e rivolgendo infine un forte «in bocca al lupo al dottore e consigliere Marino Sodde», assente dalla Commissione per motivi di salute.

Al clima sostanzialmente collaborativo che ha scandito i lavori fa da contraltare quello esterno, una tensione che da giorni grava sulla Casa e che si appesantisce adesso con l’atto d’accusa del figlio di una vittima del virus, Diana Pettarini, morta il 27 novembre. Del trasferimento della signora in ospedale la famiglia ha saputo a cose fatte, ma questa è solo una delle contestazioni mosse all’Asp: convinto che l’assistenza prestata alla madre non sia stata adeguata, Mauro Ermacora – che lamenta soprattutto «la totale mancanza di comunicazione» –, si è rivolto all’associazione Diritti del Malato di Udine, per verificare se ci siano i presupposti per intraprendere un’azione legale. «Tengo a sottolineare – rimarca – la differenza fra il trattamento ricevuto all’Asp e in ospedale, dal quale venivo contattato tre volte al giorno. Non potrò mai dimenticare, inoltre, la straordinaria umanità di una dottoressa che, nonostante io fossi per lei un emerito sconosciuto, mi ha chiamato per offrirmi di vedere la mamma dalla finestra».

La direzione sanitaria della Casa di riposo risponde dati alla mano, sulla base del diario clinico della signora Pettarini: certifica, si afferma, la piena correttezza dell’operato, perché fino al giorno del ricovero – dopo un repentino peggioramento della situazione – le condizioni dell’anziana non erano state giudicate dal medico preoccupanti. Circa l’assenza di comunicazioni dopo il trasferimento in ospedale, inoltre, si precisa che dal momento del ricovero l’Asp non dispone più di informazioni sui pazienti.

L’associazione Diritti del Malato, per parte sua, fa sapere di aver ricevuto altre segnalazioni: «Riguardano – chiarisce l’avvocato Anna Agrizzi – la qualità dei servizi, che si dice peggiorata dopo il cambio gestionale. I parenti degli ospiti che si trovino in difficoltà sappiano che siamo a disposizione per offrire loro assistenza. Fino a qualche tempo fa – conclude – della struttura avevamo sempre sentito parlare bene: poi qualcosa si è incrinato». —

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