La ricetta dei goriziani: «Vogliamo diventi uno spazio gradevole»
I pareri
Marco Bisiach
Per il momento è tornata inaccessibile, giusto sotto gli occhi e per la sorpresa di alcuni turisti che pensavano di poterla attraversare proseguendo il loro giro in bicicletta. Ma cosa ci sarà nel futuro di Galleria Bombi, una volta tornata sicura e agibile? I goriziani qualche idea in testa ce l’hanno, e non necessariamente tutti la stessa: il filo rosso che le unisce, allora, può essere individuato forse nella necessità di ridare alla galleria una sua centralità, rendendola utile e gradevole.
In molti, innanzitutto, la vorrebbero più illuminata, pulita e curata, elementi fondamentali perché i cittadini possano attraversarla senza alcun senso di insicurezza o disagio. La pensa così Maria Elisa Del Pozzo. «Ammetto di non utilizzare quasi mai la galleria, ma probabilmente è così proprio anche per le condizioni in cui si trova – racconta –. Talvolta, specie la sera, mi è capitato di iniziare a percorrerla, magari per accorciare un percorso, ma poi mi sono voltata e sono tornata sui miei passi, vedendola così buia e quasi dimenticata». Cosa si potrebbe fare allora per renderla migliore? «Penso ad esempio alle stazioni della metropolitana nelle grandi città, o alle gallerie presenti appunto in alcuni centri importanti – dice Maria Elisa –: spesso sono luoghi piacevoli, frequentati e curati. D’estate la Bombi è fresca, quasi un’oasi, e se fosse illuminata, pulita e arricchita magari da qualche chiosco, sarebbe molto più frequentata». «Cosa serve? Innanzitutto la luce, molta più luce – spiega anche Pierpaolo Cinausero –. È l’elemento base per togliere la galleria dal degrado. Poi una volta illuminata e ripulita, gli spazi si riconquistano da sé, un po’ alla volta. E chissà, il tunnel potrebbe anche essere immaginato come spazio da concedere alla creatività dei giovani, tra disegni e illustrazioni». Anche Maurizio Burelli vedrebbe bene una galleria ancora pedonale e ciclabile, come è oggi, ma illuminata e impreziosita. «Magari qualche chiosco o piccole attività commerciali, anche temporanee, contribuirebbero ad attirare le persone, e rendere la galleria un luogo vivo, oltre che di passaggio – la riflessione del signor Burelli –. Basterebbe qualche piccolo servizio, magari anche pannelli e informazioni turistiche».
Non ha senso pensare a clamorosi stravolgimenti anche secondo Bruno Lovini. «Rivoluzionare il tunnel? Non direi, ormai siamo abituati a vederlo come un passaggio pedonale e ciclabile – dice –. Per valorizzarlo bisognerà anche vedere quale sarà l’effetto dell’inaugurazione dell’ascensore al castello. Di sicuro, però, concordo sul fatto che serva molta più luce: ora come ora in galleria non si vede nulla».
Non mancano poi i sostenitori del ritorno delle automobili. Tra questi Raffaele Iug, titolare dell’edicola di piazza Vittoria: «Sono onesto, guardando all’interesse della mia attività sono sempre stato favorevole al ripristino del traffico nella galleria – spiega –, anche se mi rendo conto che a questo punto si tratterebbe di un intervento piuttosto oneroso, volendo fare le cose per bene. Però il tunnel era nato proprio allo scopo di rappresentare una direttrice importante per la viabilità, e quello a mio parere dovrebbe tornare ad essere il suo ruolo».
«Per me, una volta che i lavori saranno finiti e la galleria sarà stata dichiarata sicura e percorribile, bisogna riaprirla al traffico veicolare – concorda Piero Maestripieri –. Migliorerebbe la circolazione stradale, e al tempo stesso la vita nella piazza non verrebbe penalizzata». —
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