La reputazione virtuale comincia da scuola

Alle medie Leonardo da Vinci si insegna il corretto utilizzo di internet e social network ai ragazzi

CORDENONS. Internet e i social network sono ormai un mondo parallelo in cui finiscono tracce indelebili e universalmente disponibili di chi siamo, cosa facciamo e come ci comportiamo. Sono il luogo in cui si è formato un nuovo concetto di sé, ovvero la web reputation, la reputazione virtuale, una dimensione individuale e globale al tempo stesso che spesso scappa di mano, con conseguenze anche gravi. Abuso dell’immagine, prostituzione e sesso on line, relazioni pericolose: una dimensione cioè impalpabile che mette a rischio soprattutto le nuove generazioni, in cui la consapevolezza di sé è più fragile. Per questo alle scuole medie di Cordenons dallo scorso anno scolastico si è cominciato a studiare non soltanto italiano, storia, scienze e matematica, ma anche cosa significano per un adolescente l’identità di sé, le relazioni positive con gli altri e, appunto, il costruirsi una sana “reputazione virtuale” attraverso l’uso delle immagini e delle informazioni fatte girare su telefonini e social network.

E’ un’iniziativa voluta e finanziata dal Comune di Cordenons, attraverso il Progetto giovani, e realizzata in collaborazione con la cooperativa Itaca e la scuola. La sperimentazione era partita tra febbraio e marzo scorsi, ma dal 4 novembre il progetto è entrato nel vivo e punta a fare rete con il territorio, coinvolgendo anche le associazioni sportive, sociali e culturali che hanno un vivaio giovanile. «A scuola esso si sviluppa – spiega la coordinatrice Claudia Manias – all’interno di due laboratori, uno per i ragazzi delle classi seconde della Leonardo da Vinci e l’altro per quelli delle terze, che si tengono durante l’orario scolastico. A guidare i ragazzi in questo percorso di consapevolezza sono tre educatori di Itaca pagati dal Comune. A febbraio abbiamo lavorato soltanto con un gruppetto di ragazzi della scuola, mentre ora i laboratori sono classe per classe, con un programma intenso che si concluderà a dicembre».

I più piccoli, quelli delle seconde, lavorano su identità e relazioni. In terza media invece si parla di social network, web, uso delle immagini, più in generale quindi di web reputation. «E’ questo un ambito in cui la stessa Regione – sottolinea Manias – si sta muovendo». A gennaio, infatti, da Trieste è stato lanciato l’omonimo progetto, attraverso la realizzazione di due cortometraggi e quattro spot capaci di attirare l’attenzione del pubblico giovane, rivolti anche a educatori e famiglie e scaricabili on line al sito della Regione. «Il lavoro con i ragazzi non si limita ai laboratori e all’orario scolastico – spiega la coordinatrice –, ma continua, grazie alla presenza degli educatori, anche nel pomeriggio e nei luoghi di ritrovo degli adolescenti». Il principale è lo Spazio giovani di via Isonzo, ma la rete si è allargata anche alle società sportive e associazioni in genere. «Nel corso dell’anno – conclude Manias – abbiamo tenuto incontri con le associazioni, per costruire una rete di sostegno ai giovani. Un allenatore infatti è un adulto che, opportunamente informato, può continuare anche fuori della scuola a captare i segnali di disagio di un ragazzo e a intervenire in modo preventivo».(m.bi.)

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