La Provincia di Udine vuole il “Tipicamente friulano”

UDINE. La Provincia è pronta a rilevare dalla Regione il marchio “Tipicamente friulano”. Più volte la presidente Debora Serracchiani, ha ripetuto che il brand è soltanto uno e cioè “FriuLI VEnezia Giulia”, un simbolo unitario che sfrutta la grafica per esplicitare il messaggio, un giochino che - secondo le malelingue - sarebbe stato esportato direttamente dalla vicina “SLOVEnia”, dove i pubblicitari usano la parola inglese “amore” contenuta nel nome della nazione.
«Da quando si è insediata la giunta Serracchiani, il “Tipicamente friulano” non è mai stato utilizzato – sottolinea l’assessore provinciale all’Agricoltura Leonardo Barberio –. La Regione vuole cancellarlo? Lo faremo nostro perché è un patrimonio da salvare».
Per l’attività promozionale del marchio nato nel 2010, in due anni sono stati «messi a disposizione «ben 10 milioni di euro, 8 dallo Stato, che al 2012 ne aveva erogati 7, più altri 2 dalla Regione – spiega Barberio –. In base ai dati forniti dall’Agenzia regionale per lo sviluppo rurale, l’Ersa, sono stati impiegati negli ultimi tre anni circa 3 milioni e 197 mila euro per il progetto».
Un brand lanciato per promuovere al meglio i prodotti locali e regionali, gli eventi di varia natura enogastronomica, le sagre del circuito, Friuli doc, oltre agli stand istituzionali dell’Ersa. «Un marchio, una garanzia», secondo Barberio. Ecco perché la Provincia di Udine «non intende assistere inerme e passiva alla disintegrazione del “Tipicamente friulano”», continua Barberio che lancia un appello alla Regione: «Si tratta di un marchio fondamentale per qualificare i nostri prodotti e diffondere le eccellenze territoriali.
Dopo tutte le risorse impiegate è un controsenso cancellare con un colpo di spugna gli investimenti e anche i risultati ottenuti. Per questo se la Regione persisterà su questa strada, intendiamo intervenire come Provincia per salvare il marchio. Siamo pronti a gestirlo in maniera autonoma e indipendente rimboccandoci le maniche anche per trovare le risorse necessarie».
Secondo l’assessore provinciale, dietro alla cancellazione del “Tipicamente friulano” a favore del “FruLI VEnezia Giulia” si nasconde «la frammentazione della promozione. Come immagina la Regione di trasmettere le specialità territoriali senza una linea unitaria e coordinata? Il “Tipicamente friulano” incarna l’emblema della strategia di promozione della Regione applicata all’intero comparto agroalimentare. Dobbiamo continuare a fare conoscere i prodotti e i servizi delle imprese locali. E se non intende farlo la Regione, allora se ne assume il compito la Provincia.
Così le aziende con una certificazione di qualità, dal Dop all’Igp o l’Aqua potranno continuare a essere contrassegnate dal bollino e sopravvivranno anche gli eventi a loro legati».
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