La Provincia: c’è il rischio che cresca la tensione sociale

I lavoratori della De Rigo Refrigeration (ex Detroit) di Ronchi in attesa di un confronto con la Regione. Quelli della Astrel di Mossa alle prese con un contratto biennale di solidarietà. I...

I lavoratori della De Rigo Refrigeration (ex Detroit) di Ronchi in attesa di un confronto con la Regione. Quelli della Astrel di Mossa alle prese con un contratto biennale di solidarietà. I dipendenti della Mw in cassa integrazione e gli addetti della Ondulati&imballaggi Friuli (cento dipendenti e due stabilimenti in provincia) interessati da una procedura finita sui tavoli ministeriali. E’ – per sommi capi - la situazione del comparto industriale dell’Isontino, alle prese con una crisi che non pare conoscere fine. I dati sulla cassa integrazione a febbraio sono analizzati con preoccupazione da sindacati e dalle istituzioni, che tentano come possono di salvare il salvabile. «Inutile girarci attorno: la situazione è drammatica – sospira Ilaria Cecot, assessore provinciale al Lavoro -. Dobbiamo fare i conti con un tessuto produttivo fortemente cambiato, che sconta rispetto al passato anche recente una scarsa mobilità del mercato occupazionale: la politica è impegnata, per quanto nelle proprie possibilità, a individuare risposte celeri, che consentano di alleviare una situazione fortemente aggravata dalla crisi economica». Nei giorni scorsi la componente dell’esecutivo Gherghetta ha incontrato – assieme ai tecnici dell’Ufficio lavoro della Provincia – i referenti sindacali di Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm, proprio per effettuare una ricognizione dello stato di salute del comparto industriale isontino. Oltre a quelle già citate, restano per vari motivi sotto l’occhio vigile di istituzioni e sindacati le situazioni di Roen Est (cigs per un anno), Selex, Mangiarotti, Cimolai, Sbe, Eaton, Ansaldo (che, con differenze da caso a caso, stanno sostanzialmente mantenendo i livelli occupazionali) e Mipot. «Monitoriamo costantemente la situazione e i contatti con le rappresentanze sindacali sono quotidiani – riprende Cecot -. Purtroppo, ogni giorno tocco mi trovo a toccare con mano la sofferenza dei tanti lavoratori che si trovano in cassa integrazione, in mobilità, senza più lavoro, con una famiglia da mantenere e un affitto da pagare: ricevo decine di telefonate strazianti, di padri e madri preoccupati per il futuro dei propri figli e interminabili sono le file ai Centri per l’impiego gestiti dalla Provincia. La sensazione, purtroppo, è che stia lentamente crescendo anche nella nostra realtà la tensione sociale». (chr.s.)

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