La pianeta del Beato padre Marco restaurata e riportata in Cadore

LA storia
La pianeta di Marco d’Aviano, restaurata a Pordenone, è tornata a Rizzios nella chiesa di Sant’Anna in Cadore. Ottanta pellegrini hanno organizzato la riconsegna. Il paramento è stato usato dal Beato, secondo tradizione, nelle messe propiziatorie durante l’assedio di Vienna in settembre 1683 e poi conservato da secoli a Rizzios di Calalzo. È un borgo che conta venti anime, la terra d’origine del fraticello che ha invocato l’aiuto al cielo contro l’assedio islamico che rischiava di abbattere l’ultima difesa dell’Europa cristiana.
«Il Comitato Beato Marco d’Aviano che da anni promuove la causa di canonizzazione, con l’associazione Cintamani di Pordenone ha organizzato la giornata cadorina – ha spiegato Walter Arzaretti devoto alla causa del Cappuccino –. Un viaggio in occasione della riconsegna della pianeta restaurata con sponsor Cintamani. La chiesetta è stata voluto da un confratello cappuccino, frate Antonio Maria da Rezuos, originario della borgata».
Viaggio in due tappe: dopo la consegna della pianeta don Luigi Stefanutto presidente del Comitato padre Marco, frate Licinio Pasqualotto, Carlo Scaramuzza, presidente di Cintamani che ha sostenuto il progetto, con i pellegrini pordenonesi hanno presentato gli atti del convegno sul restauro in municipio a Calalzo di Cadore. «La prima trasferta risale al 12 settembre 1998 – ha ricordato Arzaretti –. Quando l’allora parroco don Lorenzino Menia accolse circa 180 pellegrini a Calalzo. Nel 1999 il pellegrinaggio a Vienna per il terzo centenario della morte del padre Marco fu condiviso dai vescovi friulani e Veneto orientale». Fede e storia condivise.
«Nel 1683 padre Marco ha celebrato la messa prima della battaglia sul Monte Calvo contro i musulmani – ha continuato Arzaretti –. Dopo tre mesi di assedio si fronteggiarono l’esercito cristiano del re polacco Giovanni III Sobieski e quello ottomano: i cristiani vinsero». La pianeta è di manifattura veneziana e la venerazione per padre Marco è massiccia nel Pordenonese. Quello che manca al processo di santificazione è un miracolo verificato dalla commissione pontificia. —
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