La paura svuota hotel e ristorante: da Willy conta già 1.300 disdette

I gestori del locale di Gemona: «Un brutto colpo». La maggior parte delle prenotazioni era arrivata dall'Austria
Luisella e Ottone Goi, gestori dell’hotel e ristorante “Willy”, a Gemona
Luisella e Ottone Goi, gestori dell’hotel e ristorante “Willy”, a Gemona

GEMONA. L’allarme per l’emergenza coronavirus lanciato nei giorni scorsi e affrontato con le relative predisposizioni dai governi regionali e nazionale, all’hotel Willy, a Gemona del Friuli, è costato 1.300 clienti in meno, buona parte dei quali provenienti dalla vicina Austria.

Da oltralpe, le preoccupazioni per un possibile contagio riportate dai media in lingua tedesca hanno spinto a interrompere altrettante visite e ad annullare prenotazioni che erano già state confermate dal 23 febbraio al 5 marzo.

A fornire i numeri sono gli stessi gestori dell’hotel e ristorante Willy, dove erano attesi 250 pernottamenti - appunto dall’Austria -, 600 persone di passaggio sempre da oltralpe, e 450 cene concordate con realtà associative.

«È un brutto colpo – dicono Ottone e Luisella Goi, dal Willy –, e rappresenta una perdita di diverse decine di migliaia di euro. Se questa pubblicità negativa continua non sarà un bene, perché noi da tempo riceviamo migliaia di persone l’anno proprio da Austria e Germania. Tanti clienti – continuano – che in questi giorni ci hanno chiamato esprimendo le loro preoccupazioni, dopo aver letto di quanto stava succedendo in Italia».

L’hotel Willy di Gemona, con le sue 52 camere, è la più grande struttura ricettiva del capoluogo pedemontano. Si trova lungo la pista ciclabile e ogni anno nelle sue camere ospita dalle 18 alle 20 mila persone: il 50 per cento di questi sono austriaci e tedeschi.

Le direttive emanate a seguito dell’emergenza di questi giorni includevano limiti sullo svolgimento di iniziative, fra cui anche una normale cena di associazione o società, che portano a radunare più persone in un luogo.

«Anche in quel caso – spiegano ancora Ottone e Luisella Goi – abbiamo dovuto rinunciare a diverse centinaia di persone, anche se il pubblico locale ha risposto comunque. Ma è chiaro che le preoccupazioni arrivate oltre confine potrebbero colpire irrimediabilmente il settore alberghiero locale, in ogni sua forma, se perdurerà la situazione di allarme che abbiamo affrontato in questi giorni».


 

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