La nuova influenza in Friuli:una giovane ricoverata a Udine
Dalla vacanza-studio a San Francisco all’isolamento nell’ospedale di Udine con una prognosi di nuova influenza A/H1N1: è una 21enne del Pordenonese la giovane ricoverata da martedì nella clinica malattie infettive. Il suo è il decimo caso in Italia, il primo in Friuli. La ragazza era tornata in buona di salute. I primi sintomi soltanto domenica.

di Luana De Francisco
UDINE.
UDINE.
Dalla vacanza-studio a San Francisco all’isolamento nell’ospedale di Udine con una prognosi di nuova influenza A/H1N1, la cosiddetta “messicana”: è una 21enne del Pordenonese la giovane ricoverata da martedì nella Clinica malattie infettive dell’Azienda ospedaliero-universitaria. Il suo è il decimo caso in Italia, il primo in Friuli.
La conferma è arrivata ieri, direttamente dai laboratori dell’Istituto di Igiene dell’università di Trieste e dell’Istituto superiore di sanità, che hanno analizzato il campione naso-faringeo prelevato alla giovane domenica, cioè due giorni dopo il suo rientro dagli Stati Uniti.
Partita alla volta di San Francisco per ragioni di studio, la ragazza, che abita in un Comune a ridosso della fascia del Tagliamento, era tornata a casa venerdì in buono stato di salute. I primi sintomi si erano presentati soltanto domenica: niente più che qualche linea di febbre, un po’ di tosse e di raffreddore e una diffusa stanchezza. Insomma, le classiche avvisaglie di una qualsiasi “sindrome febbrile”. Ma con la differenza di essersi appena lasciata alle spalle un periodo di soggiorno in uno dei Paesi diventati focolaio della cosiddetta nuova influenza. Da qui, l’accortezza sua e dei suoi familiari di recarsi immediatamente all’ospedale di Pordenone. E, da parte dei sanitari, l’altrettanto repentina decisione di indirizzare la studentessa alla Clinica udinese. Dove lunedì è stata visitata, trattenuta per gli accertamenti e infine posta in isolamento domiciliare.
Due, strettamente connesse l’una all’altra, le ragioni che hanno messo in pre-allarme entrambe le strutture sanitarie: da un lato, la presenza di una normalissima sintomatologia influenzale e, dall’altro, il recente viaggio in un Paese già “infestato” dal nuovo virus. Quanto basta per definire il caso “sospetto”. E poi, una volta pervenuti dall’Istituto di Igiene di Trieste i risultati degli esami di laboratorio eseguiti sui campioni biologici precedentemente prelevati alla paziente, “probabile”. Richiamata martedì in ospedale, la ragazza è stata accolta nella stanza ad alto isolamento allestita al secondo piano del padiglione “Scrosoppi”, la palazzina affacciata su via Colugna che ospita appunto le Malattie infettive. L’ultimo test è quello che porta la firma degli esperti dell’Istituto superiore di sanità: l’influenza che ha colpito la studentessa è un caso “accertato” di A/H1N1. Il decimo in Italia e il primo in regione.
«La paziente – hanno spiegato il professor Pierluigi Viale, direttore della Clinica, e i suoi colleghi Marcello Tavio e Francesco Cristini – ha toccato punte massime di febbre di 38,9 gradi ed è stata trattata con farmaci antivirali, come prevede il protocollo». Nessuna “pozione magica”, dunque, ma la semplice somministrazione di Zanamivir e Oseltamivir. «Da oggi (martedì, ndr) – continuano gli esperti – la giovane non ha più febbre e presenta soltanto un lievissimo problema alle vie respiratorie. Contiamo di dimetterla entro la fine della settimana».
E a fine settimana dovrebbe scadere anche il periodo d’isolamento scattato pure per i familiari della ragazza: già quando il caso era stato classificato come “probabile”, i genitori e il fratello che abitano con lei erano stati invitati a restare chiusi in casa, sotto stretta sorveglianza medica. Poi, da martedì e per sette giorni, sono stati sottoposti a una specifica profilassi con antivirali. «L’obiettivo – ha concluso il dottor Tavio – è evitare il contagio. E per farlo, basta impedire che la persona affetta da influenza tossisca o sternutisca di fronte a qualcuno e che chi ha avuto contatti con quella persona non frequenti luoghi affollati per almeno sette giorni».
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