La nuova ciclabile Casarsa-Pinzano Un aiuto al turismo e alla viabilità

La Regione sta valutando l’acquisto della ferrovia in disuso Casarsa-Pinzano per realizzare una pista ciclabile da inserire nella rete di ciclovie del Fvg.
L’opera
Non avrebbe solo un’importante fine turistico ma andrebbe ad aiutare la viabilità locale permettendo di muoversi in bicicletta su una sede stradale dedicata e sicura, riducendo così l’inquinamento grazie al minor numero di automobili in circolazione e favorendo l’attività fisica salutare. Ma ora chi vuole andare in bicicletta tra i due maggiori centri toccati dalla tratta, Casarsa e Spilimbergo, deve fare i conti con alcuni punti critici in cui condividere la strada con le auto (e anche diversi mezzi pesanti) può essere rischioso.
Per questo abbiamo provato per voi a pedalare su un percorso alternativo che permetta di percorrere solo strade secondarie, o a bassa intensità di traffico, unendole a qualche tratto di ciclabile già esistente. Un percorso che cerca di evitare il più possibile la provinciale 1 Val d’Arzino e i suoi 19 trafficati chilometri, ma che proprio per queste “deviazioni” si allunga fino a oltre 25 chilometri. Un dato significativo di quanto la ciclabile della ferrovia permetterebbe invece un percorso più lineare lungo il Tagliamento, che oltretutto sarebbe quasi privo di incroci.
Verso Valvasone
Il primo tratto del tragitto è quello più a misura di ciclista. Partendo dalla stazione di Casarsa e attraversata la strada Pontebbana nell’incrocio regolato dal semaforo di via Pasolini, si lascia dopo appena un chilometro la provinciale Val d’Arzino per imboccare via Menotti e altre strade secondarie che in 3 chilometri portano a San Lorenzo e da lì, attraverso la magnifica strada di campagna del Majarof di Arzene e via Fiolina, in altri 3 chilometri fino in centro a Valvasone. Da qui ecco il punto più piacevole, ovvero 2 chilometri di pista dedicata solo per le biciclette con a fianco un corso d’acqua e l’antica chiesetta di Arzenutto, fino al centro di San Martino.
Evitare la provinciale
Qui il gioco si fa più duro. La via più breve sarebbe quella della citata provinciale Val d’Arzino, ma il traffico a ogni ora del giorno non è adatto per un ciclista (figurarsi se poi si circola magari con i propri figli). La strada migliore da prendere è una sorta di “s” rovesciata di 8 chilometri: da San Martino fino a San Giorgio per l‘omonima via secondaria e da qui, incrociata la Val d’Arzino, ripartire per le tranquille frazioni di Pozzo e Cosa e, una volta raggiunto il limite dell’area golenale del Tagliamento, per via San Leonardo ripiegare verso Provesano.
Attraversare il Cosa
Tra il ciclista e Spilimbergo rimane un unico grande ostacolo: il torrente Cosa. La futura ciclabile al posto della ferrovia lo supererebbe con un ponte dedicato che poi, incontrata la val d’Arzino nell’unico incrocio di tutta la tratta, tramite viadotto condurrebbe i ciclisti direttamente e tranquillamente nel centro mosaicista. Invece ora occorre fare una deviazione di 4 chilometri da Provesano a Barbeano, attraversare il torrente sul ponte che lì si trova e poi decidere: o “rischiare” su via Barbeano dove s’immettono i tir provenienti dalla Cimpello-Sequals o prendere le strade secondarie dal campo sportivo barbeanese verso Borgo Navarons fino all’incrocio di Sina.
Pinzano e oltre
La ciclabile dell’ex ferrovia sarebbe ancora più utile poi verso Pinzano, dato che le pendenze dolci che occorrevano ai treni rendono l’ascesa assi più facile ai cicloturisti. —
Riproduzione riservata © Messaggero Veneto