La “mantide” sta male e adesso ha paura

Parla l’avvocato austriaco della 32enne accusata di omicidio, catturata e detenuta a Udine. E a Vienna la ricordano come una donna sexy e celestiale.

UDINE. Lei dice di avere paura, di stare male e di essere preoccupata per Roland, il suo attuale compagno, dal quale aspetta un figlio. Questo, almeno, è ciò che ha riferito il difensore austriaco di Estibaliz Zabala Carranza Goidsargi, che ieri, a Vienna, ha tenuto una conferenza stampa. Contribuendo così ad alimentare la curiosità delle migliaia di persone che, oltralpe, ancora non si capacitano di quel che, per un puro caso, è stato trovato l’altro lunedì nello scantinato della gelateria Eissalon Schleckeria: i corpi di due uomini, uccisi e fatti a pezzi, prima di essere nascosti.

Ma chi è davvero la 32enne spagnola accusata dell’omicidio del marito e del convivente arrestata a Udine? Una “mantide”, come è stata definita dalla stampa italiana, capace di uccidere il partner dopo l’accoppiamento? Sulla stampa austriaca questo accostamento non compare. Nei resoconti dei media c’è stupore e si preferisce rinviare la valutazione se si tratti di una persona psichicamente malata e debole o invece di una lucida criminale, magari con doppia personalità. Insomma un doktor Jeckill e mister Hayd.

A Vienna prevale ancora il giudizio estetico: è il suo aspetto fisico che ha colpito di più. Ha colpito anche i suoi condomini, da Daniza Japundza, inquilina al terzo piano del condominio di Oswaldgasse, in Wien-Meidling, dove la Goidsargi aveva la gelateria, a Erkan Köksal, 39 anni, parrucchiere nello stesso stabile, entrambi assediati dai giornalisti, venerdì, quando la polizia di Udine l’ha arrestata, in un appartamento della zona di via Riccardo Di Giusto.

Del resto, anche a Vienna, chi meglio di un parrucchiere sa tutto di tutti? Köksal è prodigo di informazioni. Mostra foto della cantina dell’orrore (posta sotto sequestro), ricorda il fetore che si era avvertito quando fu tolto il telo di nailon che ricopriva le vasche e si vide la gamba dell’amante spuntare dal calcestruzzo. Anche da “Chaplin”, ristorante che sta di fronte al condominio, la ricordano bene. «Era una cliente abituale – ha detto al “Kurier” Kathy Stantschev, cameriera –. Cambiava accompagnatore maschile ogni anno. Lo scorso anno era qui sempre con lo stesso uomo, ma dopo la pausa invernale non l’abbiamo più visto. Sabato è tornata con un altro partner». Kathy non ha ancora realizzato che gli uomini rimpiazzati dalla cliente a ogni cambio di stagione erano stati cementati in cantina. Se l’idea le fosse balenata per la testa, forse non avrebbe aggiunto che la gelataia «era bellissima, aveva in sé qualcosa di celestiale, si provava quasi la sensazione di doverla proteggere».

Giudizio confermato anche dal tassista che martedì l’ha accompagnata in Friuli e ha usato espressioni più spicce. «Era una graziosissima donna. Una di quelle che può avere tutti gli uomini che vuole. L’ho potuta vedere soltanto da dietro e mi è apparsa davvero sexy». Il tassista si chiama Mustafà Senel ed è lui a raccontare alla polizia il “viaggio in Italia” della sua cliente. All’inizio la meta era Villach, poi Kufstein e soltanto alla fine Udine, quando lungo l’autostrada si è vista la tabella con il nome del capoluogo friulano.

Di fronte a tanta incertezza Mustafà ha incominciato a insospettirsi e a fare domande, apprendendo così dalla stessa donna che era ricercata dalla polizia. A quel punto il tassista ha pensato di liberarsene subito. Erano dalle parti di Gemona e ne ha approfittato per uscire dall’autostrada. L’arrivo all’hotel di Cavazzo è stato casuale. Ha scaricato la donna, che, prima di lasciarlo andare, gli ha consegnato un biglietto per il nuovo compagno. Contiene tutte le istruzioni per mandare avanti la gelateria. Business as usal, nonostante tutto.

Argomenti:omicidio

Riproduzione riservata © Messaggero Veneto