La lettera aperta di Galiano al sindaco Ciriani: "Più di 250 contagi in 24 ore, forse ha sbagliato a portare in piazza 2 mila persone?" "Non sono io a dovermi scusare"

Il lungo post su Facebook del prof-scrittore destinato al primo cittadino di Pordenone: a due settimane da quel 28 ottobre, l'indice dei contagi si è progressivamente impennato. La risposta del sindaco

PORDENONE. Da una parte il prof scrittore Enrico Galiano, dall'altra il sindaco di Pordenone Alessandro Ciriani.
In mezzo, due settimane prima, una manifestazione di piazza di circa 2 mila baristi, ristoratori e altri esercenti delusi dalla chiusura anticipata dei locali alle 18 e dalle altre misure imposte dall'ultimo Dpcm. Manifestazione promossa dal Comune con gli interventi, sul palco, dello stesso Ciriani e di alcuni assessori della sua giunta.



A due settimane da quel 28 ottobre, l'indice dei contagi si è progressivamente impennato. Nelle ultime 24 ore, a livello provinciale, ci sono stati 256 nuovi casi. Così al prof scrittore è venuta un'idea, tradotta in una lettera aperta diffusa su Facebook: "Caro Sindaco . Mi chiamo Enrico, sono un insegnante e uno scrittore e sono nato nella città che Lei amministra. Le scrivo perché mi sono accorto di una cosa, stamattina: i contagi nella sola provincia in cui io e Lei viviamo sono aumentati di ben 256 casi in sole 24 ore.

Sono tanti, vero? Lei dirà: lo so, caro amico, non me ne parli! Brutta, brutta situazione! Sono d'accordo. Se le scrivo però è anche perché mi sono ricordato che pochi giorni fa – proprio pochi – esattamente il 28 ottobre, Lei ha organizzato una manifestazione in piazza in cui sono arrivate più di duemila persone. Era una manifestazione per protestare contro le restrizioni eccessive promulgate proprio in quei giorni" 

Poi, un altro passaggio della lettera (integrale nel post qui in basso) "Non è che al sindaco venga la voglia di chiedere scusa e di dire "Ho fatto una cazzata" a portare 2 mila persone in piazza in piena pandemia?".

In un successivo post l'autore ha poi ammesso di aver sbagliato egli stesso ad accettare gli inviti alla presentazione dei suoi libri nella prima metà di ottobre, scusandosene e invitando chi ha un ruolo istituzionale a fare altrettanto, ammettendo a sua volta la leggerezza.

Di lì a poco è arrivata la risposta del sindaco.

Ciriani ha definito la manifestazione "un modello di compostezza e rispetto delle regole", ha ribadito la necessità di dare un segnale di vicinanza e solidarietà alle categorie economiche e ha ricordato di aver dichiarato di essere pronto a misure più restrittive qualora la situazione l'avesse reso necessario.

Poi una lunga argomentazione sul fatto che "Pordenone non era e poteva non essere in emergenza sanitaria, come il resto d'Italia". Secondo Ciriani, "a parte la terapia intensiva piena, i reparti sono occupati da decine di anziani, quasi esclusivamente anziani. Lungodegenti".

Il sindaco imputa la legittima frustrazione di medici e infermieri a scelte sbagliate nella politica sanitaria a monte: "Si sono persi mesi interi senza arrivare a uno straccio di piano nazionale di emergenza da condividere con le regioni".

Quindi "non comprendo perché dovrei scusarmi visto che la richiesta andrebbe dirottata verso chi, con molte più responsabilità e più poteri di me, se avesse avuto un minimo di competenza e buon senso, avrebbe evitato di metterci agli arresti domiciliari, penalizzare i bambini e tirare l'ennesima mazzata all'economia più piccola e debole".

 

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