La guida del Tomadini da Calabretto a Pellarin

Scambio di ruoli al Conservatorio tra lo storico direttore e l’ex braccio destro «Lavoriamo insieme da 8 anni, gestiremo la scuola nel segno della continuità»
ANTEPRIMA Udine 15-01-2005 ANNIVERSARIO NASCITA CONSERVATORIO. Il concerto in onore degli ottant'anni del Conservatorio.
ANTEPRIMA Udine 15-01-2005 ANNIVERSARIO NASCITA CONSERVATORIO. Il concerto in onore degli ottant'anni del Conservatorio.

Cambio al vertice del Conservatorio musicale Tomadini di Udine. Dopo oltre 10 anni, Franco Calabretto lascia la direzione della storica scuola perché ha raggiunto il limite massimo dei mandati, come stabilito a partire dal 2002. A sostituirlo sarà Paolo Pellarin, già vice direttore. Ma il duo alla guida della prima scuola pubblica di musica friulana continuerà a lavorare insieme perché Calabretto da una settimana è stato nominato vicedirettore del Tomadini.

«La mia direzione - ci dice in questa intervista - è stata particolarmente lunga perché il primo incarico lo ricevetti prima dell’entrata in vigore del decreto del Presidente della Repubblica numero 132. Successivamente fui eletto per altri due mandati consecutivi, conclusi il 31 ottobre. Negli ultimi sei anni, all’incarico di direttore del Conservatorio ho affiancato un’altra importante responsabilità al teatro Verdi di Pordenone. Dal 2005 sono il consulente musicale e mi occupo della programmazione del cartellone di musica e di danza».

C’è stato dunque uno scambio di ruoli fra lei e il suo ex vicedirettore Pellarin.

«E intendiamo gestire tutto nel segno della continuità. Lavoriamo in sinergia da 8 anni: collaboriamo, ma soprattutto condividiamo gli obiettivi da perseguire».

Quali?

«Penso alle linee strategiche di avvicinamento all’ateneo friulano che hanno caratterizzato l’operato del Conservatorio in questi anni. Fra i progetti più importanti va annoverato il master a titolo congiunto per la composizione di musica da film. Ma abbiamo pure intrattenuto rapporti importanti con enti e associazioni su base regionale e in Veneto».

Un modo per consentire agli studenti di uscire dalle aule...

«Partecipiamo infatti a più di 100 concerti durante l’anno con collaborazioni ben rodate come la manifestazione Estate in città a Pordenone, il concerto alla Darsena di Lignano, ma anche l’Estate musicale di Sappada e la partnership con la scuola di Latisana. Sono occasioni per far esibire i migliori allievi, gli ensemble cameristici e le nostre orchestre: sinfonica, d’archi, di fiati, d’archi giovanile, ventaglio di arpe, big band, brass band, ensemble di violoncelli e il coro».

Sono molte anche le occasioni per soggiorni di studio all’estero.

«Sì, abbiamo incentivato gli scambi internazionali con le accademie musicali europee tramite il progetto Erasmus, ma anche con le Accademie balcaniche e con l’università di Houston, in Texas».

Al Conservatorio convivono due realtà: formazione di base e professionale.

«È la nostra forza. Nell’insegnamento della musica non possiamo sempre contare su una formazione di base eccellente. Purtroppo un’impostazione sbagliata pregiudica l’approccio al livello professionale. L’Italia non vanta un sistema organico di formazione di base che prenda avvio dalla scuola primaria o, ancora meglio, dall’infanzia».

In questo senso le scuole medie a indirizzo musicale, prima e i licei musicali poi dovrebbero essere un aiuto. «Potrebbero in effetti rappresentare un raccordo strategico fondamentale, ma per essere un vero supporto dovrebbero essere 10 volte tanto rispetto alle attuali. Al momento la disponibilità per entrambi i gradi di istruzione è limitata a pochissime classi».

Michela Zanutto

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