La guida con un viaggio che “racconta” Sacile

SACILE. Un viaggio che parte da via Cavour, entra a palazzo Ragazzoni, in piazza del Popolo, piazza duomo, ma che raggiunge anche i borghi. Un viaggio che racconta, a chi vorrà farsi guidare più nel tempo che nello spazio, la Sacile di ieri e di oggi con spirito critico, una buona dose di ironia e di curiosità, la Sacile orgogliosa del suo passato, ma con lo sguardo rivolto al mondo fuori dalla sua finestra.
La guida Sacile visitata e raccontata, pubblicata da Biblioteca dell’Immagine, è il viaggio attraverso gli occhi e la sensibilità del giornalista Alessandro Marzo Magno in una città che non tutti possono ricordare e che molti, anche sacilesi, probabilmente non conoscono. Perché parte dalle sue radici e dalle sue storie di famiglia e arriva al suo presente ad altre famiglie, altri personaggi, altre ambizioni, ma con uno spirito che non sembra poi mutato nel tempo.
La Sacile porto fluviale di Giacomo Ragazzoni che «era il più importante mercante di uva passa (detta anche, non a caso, «sultanina») dal Levante all’Europa, e in aggiunta importava pure spezie e zucchero. Le sue navi da carico che facevano rotta verso l’Inghilterra erano talmente grosse da non poter risalire il Tamigi e quindi doveva scaricarle a Southampton per far proseguire l’uvetta via terra. Chissà che l’inglesissimo plum cake non debba le sue origini ai traffici del mercante sacilese», scrive Marzo Magno. Poi arrivano i Flangini, che ospiteranno nobili e anche il papa Pio VI nel palazzo che porta ancora il loro nome e ci sono le leggende: come quella che vorrebbe che Silvio Pellico, abbia pernottato alla Locanda Leon d’oro ai tempi ospitata nel palazzo Ettoreo.
E poi piazza del Popolo e il teatro Zancanaro, con Dante, il custode tra realtà e legenda, il monte di Pietà che non c’è più, la Sagra dei osei che ha reso famosa la città e non solo in Italia.
Un viaggio nel viaggio è il capitolo dedicato al Livenza, che non manca di denunciare anche i danni dell’uomo: «Agricoltura, inquinamento, urbanizzazione, specie aliene, si sono rivelati una sorta di bomba atomica per la biodiversità del Livenza. Un paio di smorte sono scomparse: una, in corrispondenza dell’ospedale, è stata chiusa; un’altra è stata trasformata un sottopasso. Quelle di Cavolano e di San Giovanni di Livenza sono diventate oasi protette, ma ormai il danno era stato fatto».
E poi Sacile attraverso i suoi personaggi: Domenico Camilotti, alias il conte Amaral, la produttrice cinematografica Francesca Cima, Lorenzo Sancassani, sottosegretario al turismo a Santo Domingo (ha iniziato vendendo braccialetti), il ciclista Giovanni Micheletto (a cui è dedicato il palasport), fino a Paolo Fazioli che porta il nome di Sacile nel mondo. Perché «Sacile – è l'incipit del libro – la trovi dove meno te lo aspetti».©RIPRODUZIONE RISERVATA
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