La gubana all'estero diventa "Grappa Pie": ecco l'idea per vendere il dolce negli Usa

Il prodotto tipico delle Valli del Natisone piace a tutti ma, fuori dai confini nazionali, sembra perdere appeal. Così la proposta del produttore Carlo Dall’Ava che punta tutto sui mercati esteri

Piace a tutti. Da New York a San Francisco, da Londra a Stoccolma. Da Mosca a Parigi. Eppure, dopo averla assaggiata una volta e aver espresso giudizi oltre modo entusiastici, la Gubana, all’estero, non la comprano. Si è chiesto perché Carlo Dall’Ava, nome di punta del prosciutto di San Daniele che da qualche anno ha deciso d’investire nella valli del Natisone aprendo la “Bakery Maria Vittoria” dove produce gubane, panettoni e svariate prelibatezze da forno.

La risposta? «Me l’hanno data i clienti cui ho fatto provare il dolce in giro per il mondo – rivela l'imprenditore –: il nome». Troppo difficile da tenere a mente fuori dai confini del suo Friuli. Così, la responsabile di Fortnum&Mason, il grande magazzino londinese che rifornisce nientedimeno che la casa reale, al pari di numerosi compratori esteri, ha suggerito: «Cambiale nome». Così ha fatto Dall'Ava, non senza rifletterci (per ben due anni).

Risultato: Grappa Pie. Letteralmente: torta alla grappa, così ha ribattezzato il friulano la sua gubana, perché dire grappa – in giro per il mondo – è poco meno che dire, in ambienti gourmand, pizza. Non necessita di traduzione. Basta accostarla all’internazionale “pie” e il gioco è fatto. Soltanto Dall’ava poteva azzardare tanto. Uno che macina migliaia di chilometri l’anno per promuovere i suoi prodotti, che annusa le tendenze, che intuisce la giusta mossa di marketing e agisce di conseguenza, senza tentennare.

Il nome Gubana non aiuta l’export di un prodotto eccezionale? Si cambia. Nessun tradimento, tiene a chiarire. «Il nome Gubana sul packaging c’è ancora – fa notare Dall’Ava –, più piccolo rispetto al nuovo soltanto fintanto che i clienti all’estero non impareranno a riconoscere il prodotto e allora lo andremo a ingrandire». Dall’Ava ha lanciato la novità dal Salone del Gusto di Torino dove i clienti si sono detti entusiasti. «Vanno matti per questo prodotto che è unico, potenzialmente un “nuovo” classico» afferma il sandanielese che nel dolce delle Valli ha creduto da sempre, tanto da investire a San Pietro al Natisone aprendo lì la sua attività ragione di un ricco paniere di prelibatezze che in questi giorni va in scena all’ombra della Mole.

Ieri Grappa Pie ha debuttato dal vivo a Torino, ma anche sul terreno virtuale, quello dei social network: «Dopo un lungo percorso di ascolto, osservazione, curiosità e determinazione presentiamo la Grappa Pie – ha scritto in un post su Facebook Dall’Ava –. L’abbiamo fatta assaggiare a tutto il mondo e piace quasi a tutte le latitudini ma pochissimi si ricordano il nome e allora... lo cambiamo, tenendo in secondo campo quello vero e sperando piano piano di farlo conoscere nella maniera corretta». —


 

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