La Gorizia dello Stato cade a pezzi
Carcere, tribunale e caserma dei pompieri si trovano in gravissime condizioni strutturali
C’è una Gorizia che cade a pezzi. Una Gorizia importante, quella dello Stato. Negli ultimi mesi, si sono intensificate le grida d’allarme sulle gravi condizioni strutturali, ma anche del personale, di fondamentali realtà, come il carcere, il tribunale e i vigili del fuoco. Gli operatori si trovano a lavorare in situazioni che definire disagiate è un eufemismo, ma le continue, pesanti denunce non hanno smosso, a oggi, praticamente nulla, indipendentemente dal governo in carica. Ciò che stupisce è proprio il fatto che, nonostante l’interessamento periodico di molti politici e rappresentanti istituzionali, sindaci, sottosegretari, deputati, assessori e consiglieri regionali appartenenti praticamente a tutti i partiti, niente di significativo non solo è stato fatto, ma neppure deciso. E dopo mesi, in qualche caso anni, di segnalazioni, denunce e proteste si è, in pratica, al punto di partenza. Eppure, tutte le le strutture citate hanno a che fare con la sicurezza, quella sicurezza che oggi sembra essere diventata la priorità assoluta in tutta l’Italia, quindi Gorizia compresa. Del carcere di via Barzellini si è parlato molto e gli stessi tecnici del ministero di Grazia e Giustizia, dopo un sopralluogo, hanno ammesso che le condizioni dell’immobile sono talmente degradate da non consentire neppure la sua ristrutturazione. E il direttore, Giovanni Attinà, ha affermato che vista la debolezza dei muri, responsabile principale della fuga, alcuni anni fa, di tre detenuti e le condizioni complessive della prigione, non si esclude la possibilità di altre evasioni. Ipotesi che, vista anche la collocazione in pieno centro del carcere, non può non preoccupare, se si pensa alla sicurezza dei cittadini. Eppure, come si diceva, nulla si muove. È vero che il prefetto, Roberto De Lorenzo, sta cercando un’alternativa, magari in una caserma dismessa, ma nessuno sa dire in che tempi l’iniziativa potrebbe andare in porto, con quali soldi e in che termini. Intanto il carcere continua a cadere a pezzi. Anche del tribunale si è parlato molto, prevalentemente però per la pesante carenza di personale che rende difficilissimo lo svolgimento delle sue attività. Ma anche la struttura è disastrata. Nonostante il fatto che l’immobile sia di proprietà dello Stato, è il Comune che deve provvedere alla manutenzione. Ma la carenza di fondi fa sì che gli interventi di sistemazione siano ridotti all’indispensabile. E intanto il tribunale continua a cadere a pezzi. È invece scoppiato più di recente il caso dei vigili del fuoco e della caserma di via Diacono, dove il tetto di un garage, sopra il quale si trovano dei bagni, è puntellato con travi e tubi per evitare che possa crollare. Il taglio dei fondi è drammatico e c’è addirittura il rischio che vengano tagliati i fili della luce. Tutti hanno dichiarato la loro solidarietà ai vigili del fuoco, ma, intanto, il servizio continua a cadere a pezzi. A fronte di questa situazione il sospetto è che, in realtà, ci sia una volontà non dichiarata, ma reale, di lasciar andare in definitiva malora queste tre realtà per poi eliminarle definitivamente da Gorizia che, in un colpo solo, si troverebbe senza carcere, tribunale e caserma dei vigili del fuoco. Se così non è, qualcuno lo dovrebbe dire, ma non solo a parole – di quelle ne sono già state sprecate tante – bensì con i fatti. E sono le istituzioni locali, in primis, che dovrebbero non soltanto chiedere, bensì pretendere chiarezza sul futuro di questi tre fondamentali servizi.
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